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Una classe di un liceo testa l’M-Check

E quante stelle ha il tuo latte?

In che modo si possono fare acquisti più sostenibili? Una classe ha voluto fare una verifica sul campo con l’aiuto dell’M-Check. Ecco le loro esperienze.

Testo Cilgia Grass, Ringier Brand Studio
Foto Valeriano Di Domenico
Data
Michelle und Dario

Ore 7.30 di un lunedì mattina: quando ci fermiamo davanti al Liceo del Lichtenstein a Vaduz piove a dirotto. Abbiamo un appuntamento con Elvira Schoch e con la sua classe, la 7Ws. 7 sta per ultimo anno, W per Economia e s per Sport. Siamo ospiti di una classe di sport con cui desideriamo parlare di un progetto che ci ha occupato negli ultimi quattro mesi: una challenge sull’alimentazione sostenibile.

La challenge fa parte di una sfida annuale di tutta la scuola che ha per motto «Alimentazione sana per le persone e l’ambiente» ed è ovviamente compresa nel piano di studi. «Un’area è quella dell’‹Educazione allo sviluppo sostenibile› – in breve ESS – con argomenti interdisciplinari come l’ambiente naturale e le risorse o la salute», ci aveva già spiegato Elvira Schoch.

L’insegnante viene a prenderci all’entrata e ci conduce in aula attraverso un labirinto di corridoi. «Un tempo qui dormivano dei monaci», ci spiega. I religiosi dovettero fuggire dal nazionalsocialismo e fondarono il ginnasio nel 1937.

Elvira Schoch und die Klasse 7Ws in ihrem Schulzimmer

Elvira Schoch e la classe 7Ws nella loro aula che in passato fungeva da stanza da letto di un ordine religioso.

In classe non c’è traccia dell’atmosfera cupa che regna fuori. Undici brillanti diciottenni e quasi diciottenni siedono in semicerchio e ci guardano con impazienza quando entriamo in aula. La nostra attenzione viene subito catturata da un cartellone: «Regionale, stagionale e neutro dal punto di vista climatico – fai la scelta giusta», è il titolo che appare in cima. È il cartellone su cui Elvira Schoch e la sua classe hanno scritto i punti più importanti per la sfida: acquistare prodotti regionali e stagionali, ridurre individualmente il consumo di carne e i rifiuti alimentari – e raccogliere stelle.

In che senso raccogliere stelle? «Sì. Sono venuta a conoscenza dell’M-Check della Migros, un metodo con cui i prodotti vengono valutati tramite delle stelle in base alla loro sostenibilità. Più stelle riceve e più il prodotto è sostenibile. Cinque stelle sono il massimo», spiega Schoch. Secondo lei e la sua classe, questo è uno strumento di misurazione valido e trasparente per la challenge.

 

Dopo una fase introduttiva, i partecipanti, su base volontaria, hanno documentato i loro acquisti per tre mesi, utilizzando le foto degli scontrini e del contenuto del frigorifero. Nel fare questo hanno posto attenzione sulle stelle ottenute ad ogni acquisto. «Ci siamo concentrati sul benessere degli animali e sulla compatibilità climatica». Per la valutazione, ciascun partecipante si è focalizzato sui 20 prodotti acquistati più di frequente. Hanno poi riportato il numero di stelle su un cartellone per mezzo di timbri. Blu per il benessere degli animali, verde per la compatibilità climatica. «Le stelle timbrate rappresentano il valore medio dei prodotti e mostrano che alcuni potrebbero passare da 3 a 4,5 stelle».

Flavio, Leander, Esra, Michelle und Michel halten ihre Sternenbilanz per Stempel auf einem Plakat fest.

Da sinistra: Flavio, Leander, Esra, Michelle e Michel hanno riportato il bilancio delle loro stelle su un cartellone utilizzando dei timbri.

Fynn fa parte di coloro che hanno migliorato il proprio bilancio. «Essendo neofita, le stelle mi hanno aiutato molto. Non sapendo molto dei prodotti, mi hanno aiutato ad avere una buona categorizzazione», racconta il pallavolista in erba. La cosa che lo ha più colpito è che i mango biologici e gli avocado biologici sono contrassegnati con 5 stelle per la compatibilità climatica, quindi sono classificati come rispettosi del clima. «Sono poi venuto a conoscenza che arrivano via mare. Se venissero trasportati in aereo sarebbe diverso». Comunque, si concede il mango solo una volta ogni tanto, ma quando lo fa è contento perché li può alternare alla frutta regionale. Fynn ha ridotto il consumo della carne a massimo due volte a settimana. Prima erano da tre a cinque volte. «Durante la pausa, invece dei panini al salame, adesso mangio la frutta secca con noci».

Anche suo fratello gemello che frequenta la stessa classe e, come Fynn, è un talento della pallavolo, ha mangiato meno carne durante la challenge. «Non è molto facile, ma mi sono sentito bene. Avevo comunque ancora molta energia, e questo serve quando si pratica sport». La challenge è diventata una sfida familiare, prosegue. Cucinare con meno carne è risultato più difficile per la mancanza di molte possibilità. «Siamo passati a diversi tipi di riso e abbiamo mangiato molta verdura. C’erano spesso uova e lenticchie. E i superalimenti come la quinoa che proviene addirittura dalla regione». Anche una volta finita la challenge, vorrebbe mantenere questo regime. «Magari in un modo un po’ meno rigido».

Per Sarah, un’altra pallavolista di talento, la challenge è stata facile. «Nella nostra famiglia abbiamo sempre prestato attenzione alla regionalità e alla biologicità. Mangia la carne quattro o cinque volte alla settimana. «Ma molta di meno. Per esempio, solo un quarto di petto di pollo per volta». Così il petto di pollo dura molto di più. Inoltre, nella sua famiglia, gli eventuali avanzi finiscono velocemente. Sarah non consuma più le banane tutto l’anno e i lamponi solo quando sono di stagione. Lei e il nonno sono spesso nell’orto. «Questo è un modo fantastico per essere sostenibili. E anche per risparmiare. Consiglio quindi a tutti un’aiuola rialzata con insalata, cetrioli e pomodori. Anche lei è una sostenitrice dell’M-Check. «Così è molto più semplice fare la spesa in modo sostenibile. Dai loghi come, per esempio quello riferito ai prodotti biologici, non si ricavano molte informazioni».

 

Anche Michelle, che è diventata vegetariana per un mese durante la challenge e ora mangia pochissima carne, trova utile l’M-Check. «Perché si può vedere a prima vista quanto è sostenibile un prodotto. È molto chiaro e non devo informarmi troppo sul prodotto», riferisce la nuotatrice. Il suo prodotto preferito è il latte senza lattosio di aha! che ha ottenuto quattro stelle su cinque nelle categorie della compatibilità climatica e del benessere degli animali. «Ogni mattina è sulla nostra tavola!» 

Dario annuisce. Anche per lui è la stessa cosa. «E mi piace anche la panna senza lattosio», aggiunge il judoka, che ha ancora un occhio leggermente nero dall’ultima gara. Grazie alla challenge si è reso conto di mangiare molta carne. «Sono riuscito a ridurla», racconta. Nel complesso è rimasto positivamente sorpreso dal progetto. «In futuro, continuerò a fare acquisti locali e a mangiare in modo più consapevole».

Anche Elvira Schoch ha acquisito più consapevolezza con la challenge. «Non confronto il numero di stelle per ogni prodotto, però quando faccio la spesa presto più attenzione ai prodotti biologici». Il suo carrello della spesa ora contiene tra le altre cose camomilla biologica, carote biologiche, yogurt biologico e treccia al burro biologica. «E per quanto riguarda la carne, tendo a comprare il pollo piuttosto che il vitello, perché ha un bilancio migliore in termini di compatibilità climatica». Anche lei ha trovato la challenge istruttiva. «Sono curiosa di vedere cosa ci rimarrà di tutto questo in futuro!»

Quiz

1 / 10 Domande

Cos'è l'M-Check?

2 / 10 Domande

A cosa serve l'M-Check?

3 / 10 Domande

Quali prodotti vengono valutati?

4 / 10 Domande

Chi valuta la sostenibilità dei prodotti?

5 / 10 Domande

Qual è la percentuale di assortimento che al momento riceve la valutazione climatica peggiore (1 stella)?

6 / 10 Domande

Quanti criteri vengono presi in considerazione nella valutazione del benessere degli animali?

7 / 10 Domande

Cosa succede se per i fornitori mancano le rispettive informazioni?

8 / 10 Domande

È possibile che un prodotto ottenga 5 stelle per il benessere degli animali e solo 2 per il clima?

9 / 10 Domande

Perché alla carne di manzo viene sempre assegnata una sola stella?

10 / 10 Domande

Perché il trasporto del prodotto è per lo più irrilevante per il bilancio climatico?

Risultato

4 domande a…

Christine Zwahlen, responsabile dell’M-Check alla Migros.

  1. Su quali prodotti si trova l’M-Check?
    Su tutte le nostre marche proprie che rappresentano circa l’80 per cento dell’assortimento. Con questa strategia, abbiamo già valutato in modo trasparente oltre 30'000 prodotti. Questi valori sono già visibili online su migros.ch. Entro il 2025, tutti i prodotti delle marche proprie saranno provvisti di un M-Check anche in negozio.

  2. Perché l’M-Check è riportato solo sulle marche proprie?
    Non possedendo i diritti di marchio per i prodotti di terzi, non possiamo semplicemente stampare qualcosa sulla confezione di altri produttori. Tuttavia, nell’interesse di una trasparenza complessiva, sarebbe auspicabile per noi che altri produttori adottassero la nostra metodologia di valutazione dei prodotti per la sostenibilità.

  3. L’M-Check non è solo una trovata di marketing?
    No! Ogni dimensione della sostenibilità è stata sviluppata con partner esterni, tra cui la Scuola universitaria superiore delle scienze agrarie, forestali e alimentari HAFL e le aziende specializzate in ecobilanci intep e Carbotech. Per quanto riguarda gli imballaggi, sono stati verificati anche dal Laboratorio federale di prova dei materiali e ricerca Empa. Per tutto ciò che riguarda il clima, collaboriamo con la fondazione indipendente myclimate.

  4. I prodotti M-Check sono disponibili anche nella fascia di prezzo bassa? 
    Sì! Ci sono diversi prodotti M-Budget con i quali si può risparmiare e allo stesso tempo ottenere delle stelle. Per esempio il latte, il muesli o la pasta.

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