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1970

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La Svizzera: una prigione

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Il conferimento del premio Gottlieb Duttweiler è un avvenimento importante per la società, ma il 22 novembre 1990 gli invitati attendono la premiazione con un interesse del tutto particolare. L'evento ha una dimensione internazionale: viene infatti premiato l'ex-dissidente e presidente ceco Václav Havel e il discorso in suo onore è tenuto dallo scrittore Friedrich Dürrenmatt. Havel, stimato antesignano dei diritti umani, è uno dei capi della «Rivoluzione di velluto» che nel 1989 ha portato al crollo del regime comunista in Cecoslovacchia. Il discorso di Dürrenmatt è la pungente resa dei conti di un uomo ormai avanti negli anni con la propria patria. In un discorso allegorico definisce la Svizzera “una prigione, un qualcosa di abbastanza diverso dalle prigioni nelle quali è stato gettato lei, caro Havel, una prigione dove si sono rifugiati gli svizzeri.” Nel suo discorso Friedrich Dürrenmatt critica la Svizzera delle schedature e della piazza bancaria, il modo in cui gli svizzeri trattano i richiedenti asilo, gli obiettori di coscienza e i lavoratori immigrati: “La pace rischia di diventare più pericolosa della guerra [...] Le nostre strade sono campi di battaglia, la nostra atmosfera è inquinata da gas velenosi, i nostri oceani sono pozzanghere di petrolio, i nostri campi avvelenati da pesticidi, il terzo mondo saccheggiato più di quanto lo sia stato l'Oriente per mano dei crociati [...] Non la guerra, la pace è la madre di ogni cosa, la guerra nasce dall’incapacità di risolvere i deficit della pace. La pace è il problema che dobbiamo risolvere. [...] Forse si chiederà quale repubblica io sogni. Le rispondo: sogno una repubblica indipendente, libera, democratica, economicamente prosperante e al contempo socialmente equa, in breve sogno una repubblica umana...” Il discorso in onore di Václav Havel sarà l'ultimo grande discorso di Friedrich Dürrenmatt. Tre settimane più tardi, il 14 dicembre 1990, Dürrenmatt morirà in seguito a un collasso cardiaco.