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In caso di domande particolari relative alla storia della Migros ti preghiamo di indirizzarle all'Archivio storico della Federazione delle cooperative Migros.
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Durante la Seconda guerra mondiale la Svizzera soffre una drammatica penuria di carburanti. Subito dopo lo scoppio della guerra, la benzina viene rigidamente razionata, molte auto private devono essere consegnate allo Stato e il traffico privato arriva quasi a scomparire. La Migros, con il suo modello commerciale basato sui negozi itineranti, è colpita più degli altri dettaglianti dal razionamento della benzina. Per conservare la rete di distribuzione, converte una parte significativa della sua flotta di vendita alle fonti di energia alternative. Durante la guerra, la sola Cooperativa di Zurigo dota 45 dei suoi 56 camion di vendita di sistemi di alimentazione che funzionano ricavando gas dal legno. A tal fine monta sulle carrozzerie speciali generatori, i cosiddetti carburatori o gassogeni, che vengono riempiti di materiale combustibile e portati a temperature moderate. Analogamente alla produzione del carbone di legna, in questo processo si genera un gas che viene condotto nel motore dove viene poi bruciato. La Migros utilizza anche i carburatori a metano, perché i motori a gas di legna presentano due gravi inconvenienti. Consumano infatti enormi quantità di legno duro di buona qualità ridotto in pezzettini: ne occorrono ben tre chili per ottenere la resa energetica di un solo litro di benzina. Inoltre i motori si sporcano molto e velocemente e la spesa per la manutenzione diventa estremamente costosa. Sono questi gli svantaggi che, finita la guerra, decreteranno l'immediata scomparsa dei carburatori a legna.