Percento culturale
Uscire dalla povertà e tornare a vivere
La povertà può arrivare all'improvviso. Uscirne è invece un cammino lungo e faticoso.
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Percento culturale
Costruiscono ponti tra culture, generazioni e classi sociali. Tre persone che si impegnano per la coesione e la diversità in Svizzera con piccoli, grandi gesti.
A Nadja Donkor-Kaufmann, insegnante della Scuola Club, la sua laurea in etnologia torna utile ogni giorno. Perché si vede non solo come trasmettitrice di sapere ma anche come costruttrice di ponti tra le culture. Insegna tedesco come lingua straniera da due decenni. Oltre a ciò, alla Scuola Club Migros di Zurigo tiene anche corsi di alfabetizzazione per persone con passato migratorio. «Nella mia classe ci sono studentesse e studenti di età compresa tra i 18 e i 60 anni. Vengono da ogni dove, dall'Afghanistan, dalla Siria e dall'Eritrea», ci racconta la 54enne. Tra di loro vi è chi non è mai andato a scuola e non sa né leggere né scrivere. «Come potrebbero fare a integrarsi?», chiede e dà lei stessa la risposta: «Sta a noi come società, o in questo caso a me come individuo, costruire un ponte e andare a prendere le persone là dove esse si trovano». La carenza di personale specializzato è ingente anche nel settore della promozione dell’integrazione. Molti e molte migranti sono in attesa di corsi di lingua che non si è in condizione di svolgere. E la Scuola Club sta cercando altro personale docente di corsi di lingua.
Del programma delle lezioni fanno parte tanto la grammatica quanto l'apprendimento delle caratteristiche culturali della Svizzera. Per rendere più vivaci le lezioni, ogni tanto Nadja Donkor-Kaufmann porta i suoi studenti e le sue studentesse alla stazione ferroviaria. «Spiego loro come comprare un biglietto dalla macchinetta e come leggere gli orari. E andiamo anche alla Migros, affinché possano familiarizzare con le informazioni sulle etichette.» Tutto questo richiede molta pazienza. «Alcune studentesse e alcuni studenti sono rimasti traumatizzati da ciò che hanno vissuto.» Per questo non forza le persone se sono chiuse, spiega questa esperta insegnante di tedesco. «Al contrario, do loro tempo e mostro interesse per la loro cultura. Spesso a un certo punto si aprono e iniziano a fare progressi. Allora mi dimostrano la loro gratitudine e io mi sento utile.»
«Da ottobre 2020 lavoro come autista volontario per l'associazione Transport Handicap. Trasporto persone nel Vallese tre mattine alla settimana e a volte arrivo fino a Losanna o Ginevra. Si tratta di persone sulla sedia a rotelle, di persone che devono recarsi in una clinica di riabilitazione o di anziani che non sono più in grado di muoversi normalmente. Alcune di loro le porto regolarmente e abbiamo un vero e proprio dialogo. Il tempo che trascorriamo insieme mi arricchisce molto, questi contatti mi danno forza e mi motivano ad andare avanti. Come ricompensa, ricevo un sorriso e un ringraziamento e a me basta. Queste persone hanno bisogno di noi e sono felice di poter rendere la loro vita più facile.»
«Quando ho iniziato a cantare con Aequivox, tre anni fa, non conoscevo nessuno, ma mi sono sentita subito a casa. Il repertorio abbraccia tutti gli stili, dalle canzoni tradizionali alle hit del momento. È una cosa che mi piace molto. I circa 50 membri del coro mi hanno subito dato un caloroso benvenuto. Il team è giovane, affettuoso, vivace e spiritoso, e i membri si incontrano regolarmente anche al di fuori delle prove. Non importa che io sia chiaramente la più vecchia del gruppo. La musica unisce il mondo e lo rende più amichevole. Parliamo la stessa lingua, anche se abbiamo retroterra professionali o formazioni diverse. Nel coro tutte e tutti sono uguali e c'è un bel cameratismo. Posso solo consigliare a chi ama cantare di unirsi a un coro. A proposito, siamo sempre alla ricerca di nuovi membri, soprattutto di voci maschili.»
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