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Kim de l’Horizon
Kim de l'Horizon è una stella della letteratura di lingua tedesca e di recente ha iniziato a brillare anche sul palcoscenico. Oltre a numerosi vantaggi, la fama ha anche i suoi lati negativi. Lo abbiamo incontrato a Zurigo.
Una mattinata tranquilla alla Volkshaus di Zurigo. Al caffè ci sono ancora pochi ospiti. Quando sulla porta compare Kim de l'Horizon, attira gli sguardi di tutti. Pantaloni da jogging verdi, top rosso e blu, labbra rosso vivo e baffi. Non c'è dubbio: Kim non passa inosservato. Ma l'interesse è dovuto anche al fatto che è ormai una celebrità. Da un giorno all'altro, il 31enne Kim de l'Horizon è diventato una star della letteratura di lingua tedesca. «Perché sono da sempre un corso d'acqua» («Blutbuch»): così si intitola il debutto letterario che ha furoreggiato nel 2022.
Kim sorride e si siede per l'intervista - «Mi scuso per il ritardo, i mezzi pubblici...» La prima impressione: sicuro di sé, ma rispettoso e disponibile. Originario di Ostermundigen BE, Kim non è uno che si dà delle arie.
Eppure il successo riscosso è grande. Premiato con il massimo riconoscimento letterario in Germania e in Svizzera (Deutscher e Schweizer Buchpreis), «Perché sono da sempre un corso d'acqua» è diventato rapidamente un bestseller ed è stato tradotto in 17 lingue. Un romanzo brillante sulla ricerca delle proprie origini, sulle paure, sui desideri e sulla forza di reinventarsi. Un romanzo che fa di Kim de l'Horizon un personaggio pubblico, esponendolo però anche all'ostilità.
Spesso si informano sulla sua identità di genere. Il termine indicato è «non binario». O «genderfluid». Le persone come Kim non si identificano né come uomini né come donne. Per loro il genere è uno spettro di colori, non un'immagine in bianco e nero. Anche il narratore di «Perché sono da sempre un corso d'acqua», che ricostruisce la storia della sua famiglia, è non binario.
Kim è infastidito dal fatto che i media si concentrino spesso solo su questo.
Non credo nelle identità fisse. L'importante per me è mostrarsi aperti a nuove esperienze.
La nostra cultura. Da bambini abbiamo ancora un grande desiderio e il piacere di sperimentare, indossare altri panni e scoprirci. Durante l'infanzia ci alleniamo a essere aperti mentalmente.
La celebrazione della diversità di genere e della libertà dei corpi è polarizzante. Su Internet si scatenano rabbia e furia contro Kim de l'Horizon. Per una presentazione alla Fiera del Libro di Francoforte è stata necessaria la protezione della polizia. A Berlino si arriva a un'aggressione fisica.
Kim non vuole spendere troppe parole sull'odio. «Non è che un grido disperato di persone che hanno subito loro stesse violenza.» Più importanti per la star letteraria sono i cambiamenti positivi resi possibili da «Perché sono da sempre un corso d'acqua», in particolare le alleanze e i progetti con altre persone.
Kim si è ormai abituato al clamore che lo circonda. «Quando sono di buonumore, penso che sia bello essere avvicinati, tranne forse in sauna.»
Il successo del libro gli ha letteralmente stravolto la vita, soprattutto nel primo anno: presentazioni, tavole rotonde e interviste senza sosta. Compresi molti viaggi all'estero. A volte Kim si sente come una pop star in tournée che si sveglia chiedendosi in quale città si trovi. A un certo punto, lo stress diventa eccessivo. «Avevo bisogno di lontananza per capire cosa volevo veramente.»
Dopo una lunga pausa, Kim de l'Horizon torna ora sul palcoscenico pubblico, letteralmente: alla Schauspielhaus di Zurigo è in corso un adattamento teatrale di «Perché sono da sempre un corso d'acqua», con lo stesso Kim nel ruolo del protagonista. La pièce tratta dal romanzo («Blutstück»), per la regia di Leonie Böhm, è una miscela selvaggia di slapstick, intermezzi vocali e brani toccanti tratti da temi del romanzo. L'adattamento teatrale è stato realizzato con la collaborazione di Kim, e non è l'unica versione scenica disponibile. «Blutbuch» è in cartellone anche ad Hannover, Vienna, Magdeburgo e Berna.
No, negli ultimi due anni ho parlato talmente spesso di fronte a un pubblico numeroso che non mi agito quasi più. È più che altro una gioia.
Il fatto che lo spettacolo cambia in continuazione perché noi attori entriamo in dialogo con il pubblico. Mi stimolano i processi in cui all'inizio non so quale sarà il risultato finale.
Kim guarda con impazienza l'orologio. In questo momento c'è di nuovo fermento. Oltre agli spettacoli e alla promozione di «Blutstück», è da poco in scena anche un testo scritto appositamente per il Teatro Schlachthaus di Berna. «Mi piace lavorare contemporaneamente a molti progetti. Un lavoro a tempo pieno non farebbe per me.»
Un punto fisso nella frenesia della sua vita attuale è la patria adottiva di Kim, Zurigo. Già per l'università si era trasferito qui. Kim non è attratto da Berlino o da altre metropoli: «Preferisco mantenere uno sguardo dalla periferia del centro culturale.»
Quali sono i prossimi progetti? - Il pubblico attende il prossimo romanzo. Ma Kim non vuole farsi influenzare. Il processo creativo è fondamentale per lui. «Voglio fare cose che mi piacciono e che sono significative.»
È arrivato il momento per Kim de l'Horizon di andarsene. Rimane giusto il tempo per un'ultima domanda importante.
No. Non esiste un Io reale nascosto dietro a un personaggio. Per me Kim de l'Horizon è un'altra possibilità di esistere. Mi libero semplicemente dell'eredità del mio nome di famiglia, trasformandolo.
Lo spettacolo «Blutstück», tratto dal romanzo di Kim de l'Horizon, è in scena allo Schauspielhaus Zürich fino al 4 maggio. La produzione, con Kim de l'Horizon nel ruolo del protagonista, è sostenuta dal Percento culturale Migros. In palio 3 biglietti per 2 persone qui.
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