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Julia Schaad e Katharina Schenk

Meno rifiuti alimentari 

Food waste: «Circa il 99 percento a noi non basta.»

Cosa possiamo fare insieme per dimezzare lo spreco alimentare entro il 2030? Le nostre esperte in sostenibilità, Julia Schaad e Katharina Schenk, conoscono le risposte.

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Janine Radlingmayr
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Niels Ackermann
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Intervista, Cosa facciamo, Consiglio

Qual è l'arma vincente nella lotta contro lo spreco alimentare?

Julia: La consapevolezza. Bisogna rendersi conto del proprio comportamento nei confronti del cibo. Si tratta di rispettare gli alimenti e l'intera catena del valore aggiunto, ovvero di dimostrare stima per ciò che viene prodotto.  
Katharina: Tutto comincia con la curiosità: come sono prodotti determinati alimenti? Cos'è il food waste? A quanto ammonta? E cosa posso fare per combatterlo nel mio ruolo di consumatrice?  

Come evitate il food waste nella vostra vita quotidiana in famiglia?

Julia: Avendo una bambina piccola, non riesco a fare abbastanza al momento: capita che la pasta finisca sul pavimento e poi nel compostaggio. Mi si stringe il cuore a vederlo, ma cerco di insegnare a mia figlia di tre anni il rispetto nei confronti del cibo. Per evitare lo spreco alimentare, pianifico bene i miei acquisti e poi conservo correttamente gli alimenti.  
Katharina: Come consumatrice trovo utile dare un'occhiata al contenitore degli scarti vegetali con gli avanzi della frutta e della verdura. Così riconosco piuttosto bene come posso ottimizzare la mia prossima spesa, in modo da utilizzare per davvero gli alimenti acquistati. Inoltre cucino con gli avanzi: i miei bambini amano l'insalata di pane a base di pane raffermo. Ma le preferenze in fatto di cibo di tanto in tanto cambiano, bisogna tenerle d'occhio. 

«Il nostro obiettivo è ridurre della metà lo spreco alimentare entro il 2030.»

Julia Schaad, specialista in ecologia e sostenibilità

Questo vale anche per il comportamento alimentare in Svizzera? 

Katharina: Sì, dato che una grandissima parte dello spreco alimentare di Migros Industrie è dovuto a determinate preferenze della popolazione svizzera in fatto di cibo. Prendiamo ad esempio il consumo di carne: le parti pregiate come il filetto sono richieste. Ma cosa capita con quello che avanza dell'animale? Le frattaglie oppure le parti come il collo sono poco richieste. Anche perché oggi quasi nessuno sa più come si possono utilizzare. Una vera sfida che dimostra a maggior ragione che la Migros non può risolvere da sola la problematica dello spreco alimentare. Ci vuole un cambio di mentalità da parte della popolazione. 

Ma come posso contribuire al cambiamento nel mio ruolo di consumatrice? Probabilmente negli scaffali non troverò un collo di pollo.

Julia: No, oggi non lo si trova ancora. Ma se il numero di persone che richiedono un dato prodotto aumenta, e cresce la loro disponibilità a lottare insieme a noi contro lo spreco alimentare, maggiori saranno anche le reazioni e gli adeguamenti dell'assortimento nelle filiali. Offriamo quello che desidera la clientela. Ci farebbe piacere vendere tutte le parti dell'animale, anche per una questione di rispetto nei suoi confronti.  
Katharina: Un'informazione per tutti coloro che desiderano contribuire fin da subito: è possibile ordinare online sottoprodotti della macellazione come i colli di pollo, che sono in vendita anche in alcune filiali. Micarna, la nostra azienda di lavorazione della carne, inoltre si impegna affinché le zampe di maiale e di pollo siano vendute nei ristoranti. Le imprese del settore dunque dimostrano già impegno. 

A quali livelli della catena del valore aggiunto si manifesta lo spreco alimentare?

Katharina: Nell'agricoltura, nella lavorazione degli alimenti, nella vendita al dettaglio, nella gastronomia, nella propria casa: ovunque in diversa misura e per motivi diversi. In Svizzera, sono le economie domestiche private ad esercitare il maggiore impatto sullo spreco alimentare. A differenza di altri dettaglianti, la Migros può reagire direttamente al comportamento delle consumatrici e dei consumatori: può proporre prodotti a base di avanzi grazie alla buona collaborazione con le proprie imprese industriali. Ad altre aziende non resta che trattare con i fornitori, mentre noi della Migros abbiamo le redini in mano. Possiamo mettere in atto direttamente i nostri propositi. 

Diversi tipi di verdura imballata con etichetta di riduzione del prezzo

Come dobbiamo immaginarcelo concretamente?

Katharina: Nel 2022, la Migros ha firmato l'«Accordo intersettoriale per ridurre le perdite alimentari» della Confederazione, dimostrando quanto sia serio il suo impegno. Vogliamo contribuire alla soluzione del problema. Se entro il 2030, come pianificato, la Svizzera riduce a metà lo spreco alimentare, allora l'impatto negativo del nostro sistema alimentare diminuirà perlomeno del 10-15%.  
Julia: Il nostro compito più importante come team è far sì che tutti perseguano obiettivi comuni per evitare lo spreco alimentare, sia gli uffici interni sia i partner esterni. Tutti devono apportare il loro contributo. L'obiettivo è ridurre il food waste della metà entro il 2030 rispetto al 2017, e ad ogni livello.  

«Vogliamo contribuire alla soluzione del problema.»

Katharina Schenk, responsabile di progetto Sostenibilità nel Center of Excellence Sostenibilità

Come riuscire nell'intento in un'azienda che conta ben 97'000 collaboratrici e collaboratori? 

Julia: Dobbiamo accendere la passione per la sostenibilità. Alle cooperative Migros spetta un ruolo importante in questo senso. In ogni cooperativa, infatti, ci sono persone che si confrontano con il tema dello spreco alimentare. Lo stesso vale per Migros Industrie e il Gruppo Migros. Dal punto di vista dello spreco alimentare sono di enorme importanza i responsabili di filiale, perché devono far sì che in negozio vi sia sempre la giusta quantità di merce. Da poco abbiamo intensificato ancora di più le relazioni, affinché lungo l'intera catena del valore aggiunto vada sprecato il meno possibile. 
Katharina: Nella produzione, ad esempio, i collaboratori regolano gli impianti in maniera ottimale affinché non vi siano avanzi. E se rimane qualcosa, riflettono su cosa se ne potrebbe fare. Come una volta dalla nonna: se preparando il pane avanzava un po' d'impasto non lo gettava, ma lo riutilizzava.   

Dove stanno le sfide?

Katharina: Prendiamo ad esempio il siero del latte che si forma quando si produce formaggio o formaggio fresco. In genere lo si usa per produrre mangime per animali. Se però desideriamo metterlo in vendita, ogni persona in Svizzera dovrebbe berne almeno mezzo litro al giorno. In un primo momento non sembra realistico, ma nonostante ciò le start-up fanno ricerche su come riutilizzare il siero del latte negli shake proteici, dato che questi attualmente sono richiesti.  

Fino a che punto si può sperare in un cambiamento?

Julia: Negli ultimi anni ho notato tendenze positive, soprattutto nella popolazione e a livello politico. Proprio nel contesto delle discussioni sul clima si guarda con occhio critico quello che finisce nel piatto. Questo è un importante fattore chiave per promuovere un atteggiamento nuovo a tutti i livelli della catena del valore aggiunto. 

Cosa si può intraprendere a lungo termine per combattere lo spreco alimentare?

Julia: I valori e le norme sociali permettono di far leva e di ridurre lo spreco alimentare in modo duraturo. Desideriamo animare la nostra clientela a contribuire con le loro riflessioni. Come impresa riceviamo numerose richieste sul tema dello spreco alimentare anche da parte del settore della ricerca. Molte cose dunque si muovono nella direzione giusta. In quanto impresa consideriamo proposte, le valutiamo e portiamo avanti le innovazioni.  
Katharina: Il valore e il rispetto degli alimenti deve essere trasmesso già in giovane età, nel caso ideale a casa, nella famiglia, e a scuola. Bisogna disporre del sapere sul comportamento da assumere nei confronti del cibo. La cosa inizia fin dalle date di scadenza: basta affidarsi al buon senso. Un sorso di latte acido non fa male a nessuno. Lo yogurt si può aprire per annusare, invece di gettarlo ancora chiuso perché è scaduto. Questo permetterebbe di ridurre notevolmente il food waste a casa e fa bene anche al portafoglio. 

Prodotti con etichetta di riduzione del prezzo
© Fotostudio MGB

Quale ruolo spetta agli imballaggi nella lotta contro lo spreco alimentare?

Julia: Compiamo molti sforzi insieme alle imprese industriali per proteggere gli alimenti nel miglior modo possibile, così da minimizzare il deterioramento. Naturalmente imballando ogni prodotto il meno possibile, ma pur sempre in modo ottimale. Gli approcci innovativi, ad esempio le protezioni naturali per i prodotti freschi che difendono dalle muffe, contribuiscono notevolmente a limitare gli sprechi.  

Cosa succede con le derrate che la Migros non riesce a vendere?

Katharina: Vengono donate a organizzazioni come ad esempio Tavolino Magico e altre. Desideriamo che tutti gli alimenti siano consumati sotto forma di cibo. Julia: Collaboriamo strettamente con le organizzazioni, affinché anche nella distribuzione delle donazioni lo spreco alimentare sia possibilmente minimo. Un'altra possibilità sono i cosiddetti canali secondari, come la vendita a prezzo ridotto a collaboratrici e collaboratori nonché il riutilizzo nella gastronomia. La merce non distribuita viene elaborata e diventa mangime per animali o biogas. 

Per combattere il food waste, la Migros cos'altro fa che la clientela magari nemmeno nota?

Katharina: Chi acquista la miscela per la torta al formaggio combatte automaticamente lo spreco alimentare. Nel prodotto infatti sono riutilizzati gli avanzi di formaggio. Da qualche tempo, inoltre, nelle confezioni di pane per toast ci sono anche le due fette con la crosta. Una volta non era così. Anche gli avanzi delle patate usate per la produzione delle patatine fritte da noi finiscono nella purea di patate. Nelle imprese industriali ricicliamo il più possibile. 
Julia: 
Anche la tecnologia è uno strumento essenziale nella lotta contro il food waste: a livello di agricoltura e produzione permette ad esempio di pianificare in maniera intelligente. Anche nei supermercati aiuta a mantenere una visione d'insieme e a ordinare le quantità giuste. L'app «Too Good To Go» probabilmente è nota alla clientela, che usandola è riuscita a salvare un gran numero di alimenti, ossia in tutto 1,2 milioni di pacchetti.  

Circa il 99 percento di tutti gli alimenti sono venduti nelle filiali Migros o donati a organizzazioni di pubblica utilità. Se è così semplice, perché non tutti seguono l'esempio?

Julia: È una questione di punti di vista. Il 99 percento circa ottenuto nella vendita al dettaglio a noi non basta ancora. Desideriamo che la clientela possa usufruire di tutti gli alimenti prodotti sotto forma di cibo. Occorre quindi tenere conto anche delle fasi che precedono e seguono la catena del valore aggiunto, e degli sprechi che si verificano in quei momenti. Il nostro obiettivo è che, anche in tal caso, la clientela possa gustare invece di sprecare gli alimenti prodotti.   


Nome: Julia Schaad  
Professione: agronoma ETH 
Attività presso la Migros: specialista in sostenibilità, ecologia e marchi sostenibili 
Impiegata alla Migros da: gennaio 2019 

Nome: Katharina Schenk 
Professione: responsabile di progetto Sostenibilità 
Attività presso Migros Industrie: responsabile di progetto sostenibilità nel Center of Excellence Sostenibilità 
Impiegata presso Migros Industrie da: maggio 2020

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