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Migros Magazin intervista Philipp Hadorn.

Votazione sull’alcol

Signor Hadorn, perché Migros non dovrebbe offrire alcolici?

Molte persone a rischio di dipendenza hanno bisogno dell’«isola senz’alcol» della Migros, afferma Philipp Hadorn. Il presidente della Croce blu mette in guardia dal rischio di sottovalutare le conseguenze sociali ed economiche dell’abuso di alcol.

Testo
Benita Vogel, Kian Ramezani
Immagine
Nik Hunger
Data
Formato
Intervista

Philipp Hadorn, lei beve alcolici?

No, per niente. Anche quando ero bambino a casa mia non si bevevano mai alcolici, mio padre aveva dei pregiudizi in proposito. Non che questo mi abbia convinto, ma non mi sono mai interessato gran che alla materia. Da ragazzo mi dava fastidio sentire la pressione di dover bere con i colleghi. Non volevo che mi imponessero quello che dovevo fare.

Anche per motivi religiosi? Lei porta una spilla con il simbolo del pesce sul bavero della giacca.

Per me la fede è una risorsa, ma non ha niente a che fare con la discussione sull’alcol, che si basa unicamente sulle mie interazioni con le persone in difficoltà. Non vedo un valore aggiunto nell’alcol. Se l’acqua venisse trasformata in vino, allora forse potrei berne un sorso (ride).

La maggior parte delle persone consuma alcolici in modo responsabile, come genere voluttuario. Come mai non si dovrebbe poter vendere alcolici alla Migros?

Abbiamo tanti soci alla Croce blu che apprezzano molto questa peculiarità esclusiva della Migros. Certo, la maggioranza tiene sotto controllo il proprio consumo, ma nonostante ciò in Svizzera ci sono più di un quarto di milione di persone dipendenti dall’alcol e tante altre che sono a rischio di dipendenza. Loro hanno bisogno dell’isola senz’alcol della Migros.

In che senso?

Conosco molte persone dipendenti che sono state in terapia. Sono storie lunghe e spesso tristi. Hanno pagato a caro prezzo, perdendo familiari, amici e lavoro. Molti devono evitare assolutamente gli alcolici, perché potrebbero avere una ricaduta. Sono situazioni delicate. La tentazione di comprare alcolici occasionalmente è molto forte, nei momenti in cui se ne ha il desiderio la capacità di prendere decisioni per sé stessi è compromessa. Nelle situazioni di stress ricorrono all’alcol, se questo è disponibile sugli scaffali ed è così facilmente accessibile. E la Migros non ha solo i 630 supermercati, ma anche i 235 ristoranti e take-away, che sono un’importante «safe zone» per le persone dipendenti e a rischio.

«Sì, la Migros oggi fa anche prevenzione per quanto riguarda l’alcol».

Philipp Hadorn

Il consumo di alcol pro capite è in calo da anni. Che conseguenze avrebbe la vendita di alcolici da parte della Migros?

Se si iniziassero a vendere alcolici alla Migros, l’offerta acquisterebbe maggiore visibilità e la pubblicità aumenterebbe. Non so se il consumo crescerebbe, ma la tendenza in ribasso potrebbe appiattirsi o rallentare. Nonostante il calo, la dipendenza da alcol resta sempre un problema considerevole, che ogni anno causa danni economici per 2,8 miliardi di franchi. Può darsi che questa votazione riaccenda il dibattito sull’alcol, portando alla consapevolezza di ciò che significa questa dipendenza per la società.

E che dire di prodotti come cioccolato, patatine o bibite dolci? Il sovrappeso comporta dei costi economici ancora più alti.

Qui non si tratta di interventi normativi, non viviamo in una cultura del divieto. Abbiamo un’azienda che rinuncia volontariamente a qualcosa, a un valore aggiunto. Non vogliamo vietare tutto e nemmeno fare i guastafeste. È la peculiarità esclusiva della Migros di non vendere alcolici che vogliamo conservare Inoltre, la società ha mutato atteggiamento nei confronti di prodotti come lo zucchero, c’è più consapevolezza di quelli che sono gli effetti di un consumo eccessivo.

Questa sensibilizzazione si è avuta anche nei confronti dell’alcol.

È vero, ho tre figli adulti e a nessuno di loro verrebbe mai in mente di mettersi al volante dopo aver bevuto degli alcolici. C’è stato un cambiamento culturale, la sensibilizzazione e la prevenzione hanno funzionato. Nonostante ciò, il numero di persone che non ha un rapporto sano con l’alcol è ancora ragguardevole. Dai 15 ai 74 anni, un decesso su 12 è dovuto alla dipendenza dall’alcol. Questa dipendenza è un enorme peso non solo per i diretti interessati, ma anche per tutta la loro sfera privata e professionale. Tutti noi abbiamo probabilmente fra i nostri parenti o conoscenti delle persone che hanno problemi con l’alcol.

Lei crede davvero di poter fare prevenzione attraverso il commercio al dettaglio?

La Migros da sola non può sconfiggere la dipendenza dall’alcol, ma può fornire un contributo essenziale. Perderlo sarebbe un peccato. Lo dico anche in veste di uno che è cresciuto con la Migros.

I divieti danno risultati contrastanti nella prevenzione. Secondo lei, come dovrebbe essere la prevenzione ideale?

La prevenzione può essere rivolta al comportamento dell’individuo o della società. I divieti individuali possono peggiorare la situazione, come ha dimostrato il proibizionismo negli Stati Uniti. Ma fare meno pubblicità, alzare i prezzi e non garantire la disponibilità costante riducono il consumo portandolo a livelli ragionevoli ed evitano tanta sofferenza. Parallelamente possiamo rafforzare il carattere delle persone. Non si tratta di evitare i pericoli o di ridurli al minimo. Bisogna incoraggiare soprattutto i giovani a vivere prendendo le loro decisioni in modo consapevole, affinché sappiano quello che vogliono.

Secondo lei, a cosa si dovrebbe fare attenzione, se la Migros vendesse alcolici?

Al posizionamento. Vogliamo offrire prodotti specifici e anche regionali o soltanto accrescere le vendite? Anche il posizionamento in negozio sarebbe importante. Ma non siamo ancora a questo punto. Ora i soci possono decidere. Voterò anch’io.

Philipp Hadorn (55) è da nove anni presidente della Croce blu che, con 270 professionisti suoi dipendenti e più di 1000 volontari si occupa di prevenzione, consulenza e riabilitazione in tema di alcol. Ha svolto un apprendistato come impiegato di commercio nel settore orologiero, ha studiato legge, è stato consigliere nazionale del PS ed è segretario centrale del Sindacato del personale dei trasporti SEV. Sposato e padre di tre figli, Hadorn vive a Gerlafingen SO.

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