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Caty Moser alla prima partita di calcio internazionale femminile il 2 maggio 1972

Gruppo Migros

La prima a realizzare un gol per la Svizzera

Cathy Moser è stata un'attaccante della prima Nazionale svizzera. E ha giocato nella squadra di calcio femminile della Migros.

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Nina Huber
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«Ti ricordi quando abbiamo passato la notte in un rifugio antiatomico prima della partita contro la Francia?», chiede Cathy Moser alla sua amica di un tempo, Margrit Näf, anche lei ex giocatrice della Nazionale. Le due si incontrano alla fine di giugno in un caffè di Thun, dove Moser, nata nel Canton Vaud, vive da 25 anni. Ordina un'acqua minerale frizzante perché per il caffè fa troppo caldo. Parla di cosa fosse loro permesso mangiare nel ristorante dello sponsor Sandoz a Basilea nel 1972, poco prima della prima partita internazionale femminile ufficiale.

In questa partita, che si è conclusa con un 2:2, Moser segnò il primo gol per la Svizzera e poi anche il secondo. Con l'inizio degli Europei, i ricordi tornano prepotentemente a galla. «Questo torneo in Svizzera è una festa per noi!», esclama Moser che, insieme alle vecchie compagne, fa da spettatrice a un totale di 13 partite allo stadio. In occasione di una delle partite, quella del Belgio contro l'Italia, Moser incontra anche ex colleghe italiane. A 18 anni ha giocato per il Gomma Gomma Milano, dal nome dello sponsor del club, un produttore di materia espansa. Per le partite del fine settimana viaggiava tra Yverdon e Milano, visto che durante la settimana svolgeva il suo apprendistato di giardinaggio. Per arrivare a destinazione ci impiegava ben sei ore col treno!    


Una forza della natura!

Fu una fortuna che il suo formatore professionale fosse anche lui un appassionato di calcio. Una volta, in occasione di una gita aziendale, propose ai collaboratori di fare una partitella di calcio e rimase impressionato dalla qualità del gioco di Moser, che si allenava in ogni minuto libero: l'unica ragazza in mezzo a tanti ragazzi. Di solito giocavano nella piazza del villaggio di Suchy o per strada, mai sull'erba. Quando si fecero le squadre, tutti volevano Moser!

Questi Europei sono una festa per noi.

Cathy Moser, pioniera del calcio femminile svizzero



Fu così che il formatore disse a Moser che alla Migros di Yverdon c'era una squadra di calcio femminile e che avrebbe dovuto iscriversi. Moser lo fece il sabato successivo e da allora iniziò a giocare ogni domenica. «Una buona metà delle giocatrici lavorava alla Migros, la maggior parte come commesse», ricorda. A quei tempi, non era insolito che le aziende mettessero insieme una squadra di calcio. A Neuchâtel, per esempio, c'era una squadra femminile dell'azienda di tabacco Brunette.  


Per la prima volta al mare

Moser è arrivata in Italia grazie a una segnalazione della collega Madeleine Boll, che da tempo giocava a Milano. Il suo club era alla ricerca di un'attaccante. Così un giorno un'intera delegazione si recò da Milano a Yverdon. La presidente Valeria Rocchi, ex saltatrice in lungo, assunse Moser seduta stante. Inizialmente era previsto che rimanesse solo per poche partite. Alla fine giocò nel campionato italiano per quasi cinque anni. Il salario ed eventualmente un bonus in caso di vittoria che riceveva per ogni partita erano appena sufficienti a coprire le spese di viaggio. Ma Moser racconta che è stato un bellissimo periodo, faticoso ma emozionante. «Viaggiavo molto e riuscii a vedere anche il mare per la prima volta».

Non passò molto tempo prima che Moser venisse selezionata per la Nazionale svizzera. Ricorda bene la prima partita amichevole contro l'Austria nel 1970, quando le donne erano vestite con le maglie giallo senape degli juniores. «Le maglie, troppo grandi per noi, dovevamo infilarle nei pantaloni in qualche modo - terribile». Ma: allora alla Breite di Sciaffusa c'era un'atmosfera fantastica, la musica suonava «e i tifosi gridavano Hopp Schwiiz».

Per questi Europei ha comprato la maglia ufficiale. Un tempo con le amiche disegnavano loro stesse le magliette decorandole con una croce svizzera e il loro nome. Tutto nel calcio femminile è diventato più professionale, anche il merchandising dei tifosi.

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