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Materie prime

Trasparenza sulle materie prime agricole

Magazzino materie prime

Le materie prime costituiscono la base per la creazione di tutti i nostri prodotti e servizi necessari per la vita quotidiana e rivestono quindi un'importanza fondamentale per tutte le attività commerciali del Gruppo Migros. Allo stesso tempo, abbiamo impatti molto diversi sull'ambiente e sull'essere umano nelle regioni da cui ci riforniamo, a seconda del settore e della materia prima. Nella nostra analisi di materialità, le materie prime e i materiali sono stati quindi identificati come tema rilevante.

In evidenza: materie prime agricole

Il maggiore impatto diretto delle nostre attività si verifica nel nostro core business: la produzione e la distribuzione di generi alimentari. Perciò il primo passo è quello di creare trasparenza sulle nostre materie prime agricole.

​Vogliamo ridurre al minimo il nostro impatto negativo nell'approvvigionamento delle materie prime agricole, per quanto possibile. Per questo motivo, per tutti i principali gruppi di prodotti del commercio al dettaglio delle cooperative lavoriamo con le cosiddette strategie per le materie prime, che comprendono un'analisi precisa del nostro impatto per ogni materia prima nonché direttive chiare sui criteri minimi e di valore aggiunto. È importante prendere in considerazione tutti i fattori dell'approvvigionamento di materie prime, perché l'impatto sull'ambiente e sull'essere umano può variare notevolmente a seconda del Paese di origine e delle pratiche di produzione.

​Con l'aiuto di queste strategie vincolanti relative alle materie prime, obblighiamo tutti i nostri acquirenti del commercio al dettaglio delle cooperative e di Migros Industrie a includere requisiti concreti per le materie prime in ogni decisione relativa all'assortimento.

​Tutti gli obiettivi di sostenibilità strategici fanno parte del rapporto annuale di sostenibilità del Gruppo.

  • Materie prime

    In primo piano

    Ci concentriamo sulle seguenti materie prime agricole.

Uova e prodotti a base di uova

  • L'essenziale sul tema

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    In Svizzera una persona consuma circa 180 uova all'anno, di cui tre quarti sono uova in guscio e il resto prodotti lavorati. La maggior parte delle uova in Svizzera è prodotta nel nostro Paese (il 79% delle uova e il 69% dei prodotti a base di uova). Per produrre questa quantità sono necessarie circa 3,6 milioni di galline ovaiole. Per soddisfare la domanda totale, l'economia svizzera e la Migros dipendono anche dalle importazioni dall'Europa.

    Le uova e i prodotti a base di uova sono considerati una buona fonte di proteine di alta qualità, di vitamine (come le vitamine A, D, E e B12) e di sali minerali (come il ferro e lo zinco). Inoltre favoriscono un'alimentazione equilibrata. Allo stesso tempo, la produzione di uova è associata a diverse sfide per l'essere umano e l'ambiente.

    Possibili impatti

    • Condizioni di lavoro nella produzione: le condizioni di lavoro nell'agricoltura svizzera sono ben regolamentate. Per garantire una migliore protezione sociale alle donne attive nel settore dell'agricoltura, la Confederazione ha avviato nel 2021 la "Strategia Parità 2023" e ha definito proprie misure. Per i dipendenti non familiari impiegati nell'agricoltura svizzera, l'Unione svizzera dei contadini, l'Unione svizzera delle donne contadine e rurali e l'ABLA (Gruppo di lavoro svizzero delle associazioni professionali degli impiegati dell'agricoltura) pubblicano annualmente salari di riferimento. In altri Paesi europei, tuttavia, le condizioni di lavoro nelle aziende agricole possono essere peggiori dello standard svizzero, ad esempio in termini di orario di lavoro o di prestazioni sociali.
      Un altro problema per quanto concerne il lavoro negli allevamenti di galline ovaiole è la salute dei dipendenti. Nelle stalle gli allevatori di pollame sono esposti alla polvere, all'ammoniaca e a potenziali agenti patogeni che possono essere trasmessi dall'animale all'uomo. Se le misure preventive sono inadeguate, ciò potrebbe portare ad esempio a malattie respiratorie o infezioni.

    • Biodiversità e acqua: la produzione di uova richiede terreni agricoli per i pollai delle galline ovaiole (comprese le aree all'aperto) e per la coltivazione dei mangimi. Ciò può comportare un cambiamento di destinazione d'uso dei terreni, una delle principali cause di perdita di biodiversità. La coltivazione di cereali, soia e altri ingredienti dei mangimi per le galline ovaiole richiede terreni, acqua, fertilizzanti e pesticidi. Inoltre, la coltivazione può contribuire alla deforestazione e ad altri impatti ambientali perché, a causa della quantità insufficiente di mangimi domestici, è necessario importare mangimi concentrati.

    • Clima ed energia: le importazioni di soia hanno un forte impatto sulle emissioni di gas serra nella produzione di mangimi. Inoltre, gli escrementi delle galline producono ammoniaca (NH₃), che può fuoriuscire nell'aria. Delle elevate concentrazioni di ammoniaca possono non solo influire sulla qualità dell'aria nel pollaio, ma anche contribuire all'inquinamento atmosferico nell'area circostante. In determinate condizioni, l'ammoniaca (NH₃) viene convertita in protossido di azoto (N₂O). Il protossido di azoto è un potente gas serra che ha un impatto sul clima circa 300 volte superiore a quello dell'anidride carbonica (CO₂).
      Negli allevamenti di galline ovaiole l'illuminazione, il riscaldamento, la ventilazione e il funzionamento delle macchine richiedono energia elettrica, il cui fabbisogno può variare a seconda del metodo di allevamento (convenzionale, all'aperto o biologico) e della tecnologia.
      ​Sui nostri prodotti di marca propria a base di uova presentiamo in modo trasparente l'impatto ambientale della produzione con l'M-Check Compatibilità climatica.

    • Il nostro approccio

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      Con circa 530 milioni di uova e prodotti a base di uova venduti ogni anno, Migros Industrie ha una grande influenza sulla produzione di uova. In linea di principio, ci riforniamo di uova in guscio di provenienza svizzera da allevamenti all'aperto conformi alle linee guida IP-Suisse o da allevamenti biologici. Per le uova in guscio importate, si applicano come standard minimo i programmi di allevamento all'aperto. Utilizziamo l'M-Check Benessere degli animali per indicare in modo trasparente sulle nostre uova le condizioni di allevamento delle galline ovaiole. I requisiti per l'allevamento all'aperto si applicano anche agli ovoprodotti ad alto contenuto di uova.

      • Benessere degli animali: in Svizzera, i metodi di allevamento rispettosi degli animali sono stati implementati quasi ovunque grazie ai programmi "Sistemi di stabulazione particolarmente rispettosi degli animali" (SSRA) e "Uscita regolare all'aperto" (URA). La maggior parte delle galline ovaiole svizzere può uscire al pascolo ogni giorno (quota URA 2021: 85,5%) e quasi tutte le galline vivono in stabulazioni rispettose degli animali (quota SSRA 2021: 93,4%).
        Esistono anche buoni programmi per le uova importate dall'Europa, come ad esempio lo standard KAT in materia di allevamento all'aperto. Tuttavia, oltre ai programmi validi nell'UE esistono anche forme di produzione con bassi standard di benessere animale. Ad esempio, le galline ovaiole possono essere allevate nelle cosiddette "gabbie arricchite" molto restrittive. Inoltre, a differenza della Svizzera, l'UE non ha un'ordinanza sugli effettivi massimi. La salute di molte galline ovaiole è compromessa dall'allevamento intensivo unilaterale volto alla produzione di uova, che può portare a malattie. Infine, i pulcini maschi non hanno vita facile nella produzione di uova: non sono in grado di deporre uova e producono troppa poca carne per l'ingrasso. Per questo motivo, ogni anno in Svizzera vengono uccisi tre milioni di pulcini dopo la schiusa.
        Utilizziamo l'M-Check Benessere degli animali per indicare in modo trasparente sulle nostre uova in che misura le galline ovaiole sono state allevate nel rispetto della specie.

      Obiettivi e direttive chiari

      Già oggi tutte le uova in guscio svizzere provengono da allevamenti all'aperto conformi allo standard IP-Suisse.

      La collaborazione a lungo termine con IP-Suisse consente ai produttori di pagare supplementi di prezzo equi per le prestazioni aggiuntive corrispondenti in materia di benessere degli animali, biodiversità, protezione del clima ed efficienza delle risorse. In conformità con i requisiti del Gruppo Migros, tutte le imprese del Gruppo Migros si astengono dall'importare uova di galline allevate in gabbia. Nei supermercati e ipermercati Migros, le uova importate e gli ovoprodotti ad alto contenuto di uova devono sostanzialmente soddisfare almeno lo standard KAT relativo all'allevamento all'aperto. Le uova importate conformi a questo standard KAT provengono dall'Europa e, per esempio, consentono l'accesso quotidiano degli animali al pascolo e ispezioni regolari negli allevamenti di galline ovaiole.
      Sosteniamo la soluzione di settore per eliminare gradualmente l'abbattimento dei pulcini. A partire dal 2026, i pulcini maschi non potranno più essere uccisi per la produzione di uova in Svizzera. Per le uova importate secondo lo standard KAT, questa regola si applicherà già dal 2024. Per saperne di più.

      Mangimi a base di soia certificati di provenienza europea

      Con il sostegno del Fondo per il clima M, dalla metà del 2022 ci riforniamo di soia da foraggio per le galline ovaiole esclusivamente da territorio europeo. In questo modo garantiamo la conservazione della biodiversità nelle aziende agricole e il ripristino di aree sensibili con vegetazione naturale. Inoltre, le aziende agricole certificate applicano buone pratiche agricole e utilizzano sistemi di conservazione della natura laddove possibile. Le superfici coltivate non sono ricavate mediante la deforestazione, la soia non proviene da monocolture e ha percorsi di trasporto notevolmente più brevi.

      Di più sul tema

      Direttive per un maggior benessere degli animali
      Strategia Clima ed energia
      Standard sociali
      Standard ambientali

      Pesce e frutti di mare

      • L'essenziale sul tema

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        Pesce e frutti di mare

        Il commercio internazionale di pesce e frutti di mare è complesso, con un gran numero di attori e catene di fornitura talvolta molto articolate. In Svizzera, oltre il 90% del pesce e dei frutti di mare viene importato.

        L'industria della pesca e dell'acquacoltura crea posti di lavoro e può rafforzare le economie di molti Paesi. Inoltre, il pesce e i frutti di mare sono importanti fonti di proteine che contribuiscono alla sicurezza alimentare, soprattutto nelle comunità costiere. Allo stesso tempo, l'industria della pesca è associata a diverse sfide per l'essere umano e l'ambiente.

        Possibili impatti

        • Pesca selvatica: la pesca eccessiva è una delle maggiori minacce alla biodiversità e all'equilibrio ecologico di oceani, mari e laghi. Comporta la diminuzione degli stock ittici e la perdita di altre forme di vita marina. Nella pesca selvatica, alcuni metodi di pesca sono selettivi e rispettosi dell'ambiente, come la pesca con le lenze a mano, mentre altri metodi, come la pesca con reti a strascico, hanno un impatto negativo sugli habitat e sugli ecosistemi. Inoltre, spesso causano molte catture accessorie, che interessano specie non bersaglio, novellame o specie protette. La maggior parte di queste catture accessorie viene gettata in mare morta. L'eccessivo sfruttamento degli stock ittici e la pesca industriale possono minacciare il sostentamento delle comunità costiere, che dipendono fortemente dalla pesca. Il crescente commercio di prodotti provenienti dalla pesca industriale porta alla marginalizzazione della pesca su piccola scala. Ne conseguono povertà, insicurezza alimentare e conflitti sociali sul posto. Altre conseguenze negative della pesca selvatica sono l'inquinamento degli oceani dovuto alla perdita di reti e attrezzature e ai rifiuti di plastica nonché le elevate emissioni di gas serra prodotte dai pescherecci.

        • Acquacoltura (allevamento): la piscicoltura comporta minacce reali e potenziali per l'ambiente, quali l'inquinamento delle acque dovuto a residui di mangimi e sostanze chimiche, il rilascio di rifiuti, la trasmissione di malattie ai pesci selvatici, l'uso eccessivo dell'acqua, la salinizzazione delle fonti d'acqua dolce e la perdita di diversità genetica. Questi fattori fanno sì che gli ecosistemi non siano in grado di adattarsi alle malattie e ai cambiamenti ambientali. Anche i mangimi per l'acquacoltura possono causare problemi ambientali, ad esempio se sono prodotti con farine e oli di pesce derivati da stock selvatici soggetti a pesca eccessiva o se sono prodotti con colture terrestri come la soia, che possono contribuire alla deforestazione.

        • Benessere degli animali: il benessere dei pesci e dei frutti di mare è una questione complessa. Vi sono poche norme regolamentate e il benessere dipende molto dalla specie di pesce, dal metodo di produzione e dalle condizioni in cui gli animali vengono catturati o allevati.

        • Condizioni di lavoro e diritti umani: in alcuni casi, le condizioni di lavoro nell'industria della pesca sono precarie. Lo sfruttamento, la mancanza di sicurezza e le violazioni dei diritti umani (come la schiavitù, il lavoro forzato e la tratta di esseri umani) sono sfide reali, soprattutto sui pescherecci d'alto mare e nelle regioni poco regolamentate. La mancanza di trasparenza e di tracciabilità nonché la corruzione nella catena di fornitura aggravano il problema.

        • Il nostro approccio

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          Per affrontare queste sfide, il Gruppo Migros è guidato dalla seguente visione: "Nel Gruppo Migros vendiamo solo pesce e frutti di mare pescati e prodotti in modo tale da preservare nel tempo le popolazioni selvatiche e gli ecosistemi e rispettare condizioni di lavoro socialmente eque lungo tutta la catena di fornitura".

          L'approvvigionamento di pesce e frutti di mare provenienti da fonti responsabili è quindi sancito nei requisiti del Gruppo Migros, che sono vincolanti e devono essere attuati da tutte le imprese del Gruppo Migros.

          Ci siamo posti obiettivi ambiziosi per migliorare costantemente il nostro assortimento di prodotti dal punto di vista della sostenibilità. Il raggiungimento di questi obiettivi viene verificato periodicamente. I risultati dei nostri sforzi per garantire un assortimento di pesce responsabile sono pubblicati in dettaglio dall'Ocean Disclosure Project:

          Ocean Disclosure Project: profilo Gruppo Migros
          Ocean Disclosure Project: profilo Supermercati Migros

          Requisiti chiari e trasparenti

          Nelle nostre linee guida per gli acquisti abbiamo sancito che il Gruppo Migros commercia solo pesce e frutti di mare provenienti da pesca e allevamenti ecologicamente responsabili. Per attuare questo requisito, tutte le aziende di pesca e gli allevamenti che lavorano con il Gruppo Migros vengono valutati secondo gli stessi criteri. Ciò vale sia per i prodotti convenzionali che per quelli certificati. A tal fine, abbiamo sviluppato l'M-Check Pesce da fonti responsabili insieme al nostro partner indipendente Sustainable Fisheries Partnership (SFP). SFP lavora secondo principi scientifici, si basa su fonti scientifiche e attribuisce grande importanza alla trasparenza. Tutti i criteri di valutazione, la loro ponderazione, i dati utilizzati e le valutazioni effettive possono essere visualizzati sul sito web FishSource. La valutazione M-Check raffigurata direttamente sui nostri prodotti rende la valutazione trasparente per la nostra clientela.

          Il Gruppo Migros commercia solo prodotti classificati con due o più stelle nell'M-Check per il pesce e i frutti di mare provenienti da fonti responsabili. In tutto il Gruppo Migros non si vendono quindi prodotti ittici con una sola stella M-Check.

          SFP aggiorna costantemente i propri dati per l'M-Check e ci informa di eventuali cambiamenti, in modo che l'M-Check possa essere aggiornato di conseguenza. La dinamica degli stock ittici e altri cambiamenti rilevanti sono presi in considerazione con una revisione annuale degli assortimenti. In caso di eventuali prodotti classificati con una sola stella nell'M-Check, gli ordini esistenti possono ancora essere venduti, dopodiché gli articoli interessati devono essere sostituiti da alternative o eliminati dall'assortimento.

          Oltre a SFP, collaboriamo con altri partner come l'International Pole and Line Foundation (IPNLF) e Community Catch. Ulteriori informazioni sulle nostre cooperazioni.

          La sostenibilità sociale è garantita dal Gruppo Migros attraverso la collaborazione con l'iniziativa amfori BSCI e per i fornitori di pesce selvatico attraverso un'autodichiarazione. Maggiori informazioni sui nostri standard sociali.

          In linea di principio, non è consentito acquistare e vendere pesci e frutti di mare appartenenti a specie a rischio di estinzione secondo l'IUCN (Unione internazionale per la conservazione della natura). In ossequio all'Ordinanza concernente il controllo della provenienza legale dei prodotti della pesca marittima importati, non vendiamo nemmeno pesci e frutti di mare provenienti da pesca illegale, non documentata o non controllata.

          Inoltre, rinunciamo categoricamente alle seguenti specie a rischio di estinzione:

          • gli squali di ogni tipo e i prodotti da essi derivati 

          • le tartarughe marine e i prodotti da esse derivati 

          • i mammiferi marini di ogni genere e i prodotti da essi derivati 

          • gli storioni di pesca selvatica e i prodotti da essi derivati  

          • le razze e i pesci sega di ogni genere e i prodotti da essi derivati 

          • anguille

          • polpi/calamari da acquacoltura

          Per i seguenti gruppi di prodotti si applicano ulteriori requisiti, in quanto l'approvvigionamento comporta rischi maggiori:

          Cefalopodi (calamari): tutte le catene di fornitura devono essere rese note in modo dettagliato e trasparente dai nostri fornitori. I nostri fornitori (risp. le aziende di importazione UE coinvolte) partecipano attivamente alle tavole rotonde dell'industria, che lavorano per migliorare il settore. Effettuiamo controlli periodici a campione per verificare le informazioni fornite e individuare eventuali rischi, affinché possano essere ridotti con misure mirate.

          Per i supermercati Migros, i ristoranti e i take-away Migros e per Denner vengono applicati criteri più severi di quelli summenzionati: queste imprese si basano anche sulla Guida del pesce del WWF, pubblicamente accessibile, e cercano di evitare le provenienze classificate come rosse ("da evitare").

          Di più sul tema

          M-Check Pesce
          Standard sociali
          Standard ambientali

          Carne

          • L'essenziale sul tema

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            Maiali in campo

            Con circa 51 kg per persona all'anno, la popolazione svizzera consuma una quantità di carne nettamente superiore alla media mondiale (circa 28 kg). Negli ultimi anni, tuttavia, la domanda di carne è rimasta costante e anche la quota dell'82% di carne svizzera non è praticamente cambiata. La carne può essere un'importante fonte di sostanze nutritive come proteine, vitamine e sali minerali e, in quantità adeguate, può contribuire a un'alimentazione equilibrata. Inoltre, l'industria della carne crea posti di lavoro e contribuisce allo sviluppo economico. Allo stesso tempo, la produzione di carne è associata a diverse sfide per l'essere umano e l'ambiente.

            • Condizioni di lavoro e diritti umani: il lavoro nell'industria della carne può essere molto impegnativo dal punto di vista fisico e l'uso di strumenti e macchinari affilati, il contatto con gli animali e l'uso di sostanze chimiche aumentano il rischio di infortunio e i rischi per la salute. In molte regioni del mondo, l'industria della carne è soggetta a condizioni di lavoro precarie e a salari bassi. Molti lavoratori non sono adeguatamente protetti e hanno scarsa influenza sulle loro condizioni di lavoro. Inoltre, molti lavoratori non hanno sufficiente accesso ai diritti sociali (per es. all'assicurazione malattia) o ai sindacati.

            • Clima ed energia: l'allevamento di bestiame, in particolare quello di bovini, genera una quantità significativa di potenti gas serra (metano), contribuendo così al cambiamento climatico. Anche la deforestazione volta a creare spazi destinati ai pascoli e alle colture foraggere nonché l'impiego di fertilizzanti rilasciano gas serra. La produzione di carne richiede inoltre grandi quantità di energia per il funzionamento delle stalle, la refrigerazione, il trasporto e la lavorazione.

            • Biodiversità e acqua: la produzione di carne richiede vaste aree per il pascolo e la coltivazione di mangimi (come la soia), il che può portare alla deforestazione. Oltre a rilasciare grandi quantità di carbonio immagazzinato, quest'ultima riduce anche le riserve globali di carbonio. Inoltre, la coltivazione di mangimi entra in competizione con la produzione di cibo per gli esseri umani. I sistemi di allevamento intensivo possono portare all'erosione del suolo, soprattutto nelle aree in cui il bestiame di grandi dimensioni è tenuto in uno spazio limitato. Il pascolo eccessivo e l'accumulo di escrementi animali possono impoverire il suolo e ridurne la fertilità.
              L'allevamento intensivo grava sulle risorse idriche in vari modi: da un lato, consuma molta acqua per l'irrigazione dei pascoli e la coltivazione dei mangimi; dall'altro, inquina l'acqua attraverso l'uso di fertilizzanti e lo smaltimento degli escrementi degli animali. Ciò può portare a un'eccessiva fertilizzazione dei suoli e delle acque, con un impatto negativo sulla qualità dell'acqua e sull'ecosistema.

            • Benessere degli animali: l'allevamento intensivo può causare sofferenza agli animali e violare i loro diritti. I fattori rilevanti sono il tipo di allevamento, la salute degli animali, il trasporto e il processo di macellazione.

            • Salute dei consumatori: alcuni studi hanno dimostrato che un consumo eccessivo di carne può aumentare il rischio di malattie cardiovascolari, obesità e alcune forme di cancro. Inoltre, l'uso di antibiotici negli allevamenti può favorire lo sviluppo di batteri resistenti agli antibiotici.

            • Il nostro approccio

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              In Svizzera, il Gruppo Micarna, un'impresa di Migros Industrie, macella ogni anno circa 65'000 manzi, 33'000 vitelli, 634'000 maiali, 7900 agnelli e 35 milioni di polli da ingrasso. Siamo consapevoli della nostra responsabilità e perseguiamo strategie concrete lungo l'intera catena del valore per ridurre al minimo l'impatto sull'essere umano e sull'ambiente.

              Mitigare l'impatto negativo sull'ambiente e sul benessere degli animali

              Con i nostri obiettivi climatici ci impegniamo a ridurre le emissioni di gas serra sia nelle nostre attività che nella produzione agricola.

              ​Dal 2016, il Gruppo Micarna si rifornisce esclusivamente di soia europea per il foraggiamento dei suoi polli Optigal, riducendo così l'impatto negativo dei mangimi sul clima e sulla biodiversità: i terreni utilizzati per la coltivazione non vengono deforestati, la soia non proviene da monocolture e ha percorsi di trasporto significativamente più brevi.

              Per ridurre al minimo l'impatto negativo delle nostre attività sull'ambiente, tutte le imprese di Migros Industrie sono certificate ISO 14001 e hanno quindi implementato un sistema di gestione ambientale professionale.

              Per quanto riguarda la carne di pollame, Micarna dispone di una propria filiera integrata per i polli da ingrasso, compreso il macello, dove possono essere attuati progetti di sostenibilità come capannoni per i polli esenti da combustibili fossili o la costruzione di un macello con un nuovo sistema di stordimento delicato e un uso efficiente delle risorse e dell'energia.

              Per i manzi, i maiali, gli agnelli e i conigli svizzeri collaboriamo in modo stretto e vincolante con partner come IP-Suisse o Bio Suisse, i cui programmi per gli animali garantiscono standard controllati di benessere animale e requisiti per la biodiversità, la riduzione dell'azoto e la protezione del clima. Attraverso i marchi svizzeri Wiesenschwein (maiale da pascolo) e Swiss Black Angus si promuovono inoltre programmi con standard di benessere animale particolarmente elevati.

              ​Per la nostra carne importata (manzo, maiale, cavallo, coniglio e agnello) abbiamo definito dei requisiti minimi nelle strategie Migros per le materie prime e dei criteri di valore aggiunto per i fornitori dei singoli programmi, tenendo conto sia del benessere degli animali che delle condizioni ecologiche presenti nei Paesi di origine.

              Condizioni di lavoro e diritti umani

              In Svizzera il personale del Gruppo Micarna è soggetto al CCNL della Migros.

              Le condizioni di lavoro all'estero sono più difficili da monitorare. Il rispetto degli standard sociali viene attuato attraverso l'iniziativa amfori BSCI. Maggiori informazioni sul nostro impegno per elevati standard sociali.

              Trasparenza con l'M-Check

              Oltre ai nostri principi di approvvigionamento, contiamo sulla responsabilità della nostra clientela per ridurre l'impatto complessivo del consumo di carne. Per questo motivo utilizziamo l'M-Check sui nostri prodotti a base di carne per fornire informazioni trasparenti sul benessere degli animali e sull'impatto climatico.

              Sostegno al consumo consapevole di carne

              La Migros raccomanda alla sua clientela di consumare la carne in modo consapevole. Inoltre, promuove attivamente lo sviluppo, la produzione e la vendita di sostituti vegani della carne. Con la costante espansione dell'assortimento V-Love, la Migros adempie alla sua responsabilità di diversificare le fonti proteiche.

              La Migros è anche un pioniere nel campo della carne coltivata. Infatti, collabora con Aleph Farm per sviluppare e lanciare sul mercato la carne coltivata.

              Di più sul tema

              Strategia per il clima e l'energia
              Strategia Assortimento e servizi
              Benessere degli animali

              Frutta e verdura

              • L'essenziale sul tema

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                La frutta e la verdura sono elementi importanti di un'alimentazione sana. Non solo forniscono vitamine, sali minerali e fibre alimentari, ma anche sostanze vegetali secondarie che possono proteggere da varie malattie.

                Grazie alla varietà geografica e alle diverse stagioni, in Svizzera si possono coltivare molti tipi di frutta e verdura a livello regionale. La Svizzera attribuisce grande importanza alla qualità dei suoi prodotti agricoli. Molti produttori svizzeri praticano un'agricoltura sostenibile e ci sono norme rigorose per l'uso di pesticidi e fertilizzanti. Nonostante la produzione locale, molti prodotti ortofrutticoli vengono importati in Svizzera per soddisfare la domanda durante tutto l'anno. L'impatto della produzione di frutta e verdura sull'essere umano e sull'ambiente dipende dal prodotto e dalla regione di coltivazione.

                • Condizioni di lavoro nei Paesi produttori: la coltivazione di frutta e verdura è un'attività ad alta intensità di manodopera che richiede ancora molto lavoro manuale. Spesso attira gruppi non qualificati e vulnerabili, come le persone migranti. I lavoratori spesso ricevono salari bassi e sono esposti a rischi per la salute (per es. a causa dell'uso di prodotti fitosanitari senza un adeguato equipaggiamento protettivo).

                • Acqua e biodiversità: i prodotti ortofrutticoli sono spesso coltivati in monocolture, che offrono poco spazio vitale per altre piante e animali e minacciano la biodiversità. L'uso di pesticidi per controllare i parassiti aumenta ulteriormente la pressione sulla biodiversità. Lo spargimento di fertilizzanti sui campi può portare al dilavamento delle sostanze nutritive, che si infiltrano nelle falde acquifere. Ciò può contribuire all'eccessiva fertilizzazione delle acque e all'acidificazione del suolo. I prodotti ortofrutticoli sono spesso coltivati in aree critiche dal punto di vista idrico. La carenza d'acqua può portare a raccolti scarsi, alla perdita di qualità e a costi più elevati. Inoltre, la popolazione locale può subire conseguenze negative se l'approvvigionamento idrico è compromesso o contaminato (per es. a causa dell'uso di prodotti fitosanitari).

                • Clima ed energia: il luogo di origine, la stagione e il tipo di produzione hanno un'influenza molto forte sul bilancio climatico di frutta e verdura e variano considerevolmente all'interno delle stesse varietà. Di norma, frutta e verdura hanno un'impronta climatica inferiore rispetto alla maggior parte dei prodotti animali, con l'eccezione delle merci trasportate per via aerea e degli ortaggi provenienti da serre riscaldate con combustibili fossili. I prodotti stagionali hanno sempre l'impronta climatica più ridotta. Oltre a evitare il trasporto aereo, i percorsi di trasporto su strada in particolare dovrebbero essere mantenuti il più brevi possibile.

                • Spreco alimentare: la fluttuazione dei raccolti, l'aspetto dei prodotti, la standardizzazione delle dimensioni e delle forme e le elevate esigenze di qualità della clientela contribuiscono, tra le altre cose, allo spreco alimentare nella produzione e nella vendita. Tale spreco ha un impatto negativo sull'ambiente, sull'economia e sulla sicurezza alimentare globale.

                • Il nostro approccio

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                  Siamo consapevoli dei potenziali impatti negativi delle nostre attività commerciali e pertanto adottiamo diverse misure per mitigarle. I seguenti requisiti minimi per pratiche agricole responsabili e condizioni di lavoro adeguate si applicano all'intero Gruppo Migros:

                  • Il Gruppo Migros acquista frutta, verdura e patate fresche nonché fiori e piante dall'estero esclusivamente da produttori certificati GlobalGAP. Ai prodotti freschi provenienti dalla Svizzera si applica lo standard SwissGAP.

                  • La frutta, la verdura e le patate di provenienza estera, presenti in forma trasformata nei prodotti del Gruppo Migros, devono essere almeno conformi allo standard GlobalGAP Crops for Processing.

                  • Il Gruppo Migros si approvvigiona di frutta, verdura, patate ed erbe aromatiche fresche provenienti da Paesi di origine a medio rischio secondo i Worldwide Governance Indicators (per es. Spagna o Italia) esclusivamente da produttori GlobalGAP-GRASP controllati. GRASP è un modulo aggiuntivo a GlobalGAP per valutare le condizioni di lavoro in un'azienda agricola.

                  • Tutti i fornitori devono rispettare i requisiti sociali minimi del Codice di condotta amfori BSCI sia per la coltivazione che per la lavorazione; sono riconosciuti anche standard sociali equivalenti.

                  Maggiori informazioni su GlobalGAP e GlobalGAP-GRASP.

                  Standard più elevati per i supermercati Migros

                  Nel commercio al dettaglio delle cooperative facciamo un ulteriore passo avanti e ci riforniamo di frutta e verdura dalla Svizzera ogni volta che è possibile. Ad esempio, oltre il 90% delle mele presenti nei supermercati Migros proviene dalla Svizzera. Per offrire alla nostra clientela un assortimento vario tutto l'anno, ci affidiamo anche alle importazioni dall'estero. La maggior parte dei prodotti stranieri proviene dall'America del Sud (banane), dalla Spagna e dall'Italia.

                  Per ridurre al minimo il potenziale impatto negativo nella coltivazione lavoriamo con un approccio basato sul rischio. In una prima fase, identifichiamo i maggiori rischi per l'essere umano e l'ambiente nelle nostre catene di fornitura utilizzando le cosiddette analisi degli hotspot. Questi rischi dipendono dal prodotto, dal Paese di origine e dai metodi di produzione. Per i prodotti con il rischio maggiore, ci procuriamo prodotti certificati i cui standard di produzione superano i nostri requisiti minimi. A seconda del prodotto, questi includono marchi come IP-Suisse, Rainforest Alliance o Bio.

                  Per i gruppi di prodotti particolarmente critici (per es. pomacee svizzere, fragole spagnole) gestiamo anche progetti propri per dar vita a una produzione sostenibile. Insieme ai nostri produttori locali, sviluppiamo requisiti concreti per la produzione e li sosteniamo nella loro attuazione. L'attuazione dei requisiti viene regolarmente monitorata con l'aiuto di organismi di controllo esterni. I progetti sono supportati da esperti esterni. Per altri gruppi di prodotti critici sosteniamo i progetti dei nostri partner, come il progetto del WWF per una coltivazione più responsabile delle banane.

                  Per ridurre ulteriormente l'impatto climatico relativamente basso dei prodotti ortofrutticoli, il trasporto aereo deve essere gradualmente ridotto in linea con un percorso di riduzione definito e le serre devono essere riscaldate senza combustibili fossili entro il 2025. Oggi, le merci trasportate per via aerea rappresentano solo circa l'1% dei prodotti ortofrutticoli offerti nei supermercati Migros.

                  Di più sul tema

                  Standard ambientali
                  Standard sociali
                  Strategia Gamma di prodotti e servizi

                  Cereali

                  • L'essenziale sul tema

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                    I cereali e i prodotti a base di cereali sono la più importante fonte di nutrimento per l'essere umano e gli animali in tutto il mondo. Contengono pochi grassi, ma sono ricchi di acidi grassi essenziali. In Svizzera, circa 140'000 ettari di terreno sono utilizzati per la coltivazione di cereali da pane e da foraggio, il che corrisponde a circa il 14% della superficie agricola. La maggior parte dei cereali da pane trasformati in farina nel nostro Paese è di produzione svizzera. L'impatto sull'essere umano e sull'ambiente in Svizzera e all'estero varia.

                    Possibili impatti

                    • Biodiversità e acqua: la coltivazione intensiva di cereali può portare all'erosione e al degrado del suolo, soprattutto se non si applicano pratiche agricole sostenibili. La perdita di terreni fertili incide sulla sostenibilità a lungo termine dell'agricoltura. Quando avviene a scapito degli ecosistemi naturali, la coltivazione di cereali può favorire la deforestazione, la distruzione degli habitat e la perdita di biodiversità. L'uso di fertilizzanti e pesticidi può anche provocare l'inquinamento delle risorse idriche, la riduzione della biodiversità nonché rischi per la salute umana. La coltivazione di cereali richiede notevoli quantità d'acqua, soprattutto nelle pratiche di irrigazione, con conseguente potenziale stress idrico nelle regioni in cui la disponibilità di acqua è limitata.

                    • Clima ed energia: le attività agricole nell'ambito della coltivazione di cereali possono contribuire alle emissioni di gas serra attraverso l'uso di fertilizzanti, la produzione di prodotti fitosanitari o l'impiego di macchinari.

                    • Condizioni di lavoro e diritti umani: la coltivazione di cereali moderna e industrializzata può comportare un lavoro intenso, soprattutto durante la stagione del raccolto, con conseguente sovraccarico di lavoro e condizioni poco sicure per i lavoratori agricoli. Nelle coltivazioni conformi agli standard IP-Suisse e in quelle biologiche, gli standard sociali sono rispettati e continuamente sviluppati.
                      La coltivazione di cereali su larga scala può portare a conflitti fondiari e a problemi di utilizzo del territorio, soprattutto quando le grandi aziende acquisiscono terreni da coltivare e scacciano le comunità locali.

                    • Il nostro approccio

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                      Migros Industrie lavora ogni anno circa 120'000 tonnellate di cereali svizzeri. Il 98% della farina lavorata proviene dalla Svizzera ed è certificata. Per alcuni prodotti speciali (per es. il grano duro) dobbiamo ricorrere all'importazione, poiché non possono essere coltivati in Svizzera o non soddisfano i requisiti di qualità.

                      Da 25 anni portiamo avanti una stretta collaborazione con IP-Suisse e continuiamo a svilupparci insieme per soddisfare gli elevati standard della nostra clientela in materia di prodotti da forno, sostenibilità e tutela dell'ambiente. IP-Suisse non utilizza insetticidi, fungicidi o regolatori della crescita nella coltivazione di cereali. L'obiettivo è quello di smettere anche di usare erbicidi entro il 2024, in modo che in futuro il nostro grano provenga da coltivazioni al 100% prive di pesticidi. Questo avviene già oggi per il 6% dei nostri cereali.

                      Collaborazione con la ricerca per soluzioni innovative

                      Il passo successivo è quello di concentrarci sull'agricoltura rigenerativa, che mira a migliorare la qualità del suolo, a combattere i cambiamenti climatici e a garantire la sicurezza alimentare. Per raggiungere questi obiettivi, tuttavia, dobbiamo prima definire cosa significhi agricoltura rigenerativa nel contesto svizzero, come possiamo attuarla e come si può misurare l'impatto sull'essere umano e sull'ambiente. Vogliamo percorrere questa strada insieme ai nostri partner e sviluppare soluzioni innovative basate su risultati scientifici in collaborazione con gli istituti di ricerca. Siamo convinti che stiamo già applicando molti elementi dell'agricoltura rigenerativa con IP-Suisse e che possiamo svilupparli ulteriormente.

                      Di più sul tema

                      Ulteriori informazioni sulle linee guida IP-Suisse
                      Maggiori informazioni sulla nostra collaborazione con la ricerca

                      Caffè

                      • L'essenziale sul tema

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                        Caffè
                        © Sean Hawkey

                        Il caffè è una materia prima importante che viene commercializzata in tutto il mondo in grandi quantità e con un valore elevato. La domanda globale di caffè è elevata e in costante crescita. I consumatori più importanti sono gli Stati Uniti e l'Europa. A livello mondiale, il 70% dei chicchi di caffè proviene da quattro Paesi (Brasile, Vietnam, Colombia e Indonesia) e viene coltivato principalmente da famiglie di piccoli agricoltori, spesso su piccoli appezzamenti di meno di 10 ettari. La coltivazione del caffè è una delle principali, e spesso l'unica, fonte di reddito per milioni di persone in questi Paesi. La produzione di caffè è caratterizzata da un lavoro manuale intenso e da uno scarso utilizzo di macchinari e attrezzature moderne (con l'eccezione del Brasile). Le filiere convenzionali del caffè coinvolgono numerosi attori, tra cui i fornitori delle aziende agricole, gli agricoltori, vari intermediari, l'industria alimentare e i dettaglianti. Queste complesse filiere rendono difficile la tracciabilità.

                        Possibili impatti

                        Condizioni di lavoro e diritti umani
                        • La disuguaglianza di potere nel commercio del caffè si palesa chiaramente nell'iniqua distribuzione dei ricavi, che favorisce prevalentemente i commercianti di caffè verde, i grandi marchi internazionali e le marche proprie dei rivenditori. Questi attori controllano la maggior parte della catena del valore, con conseguenti profitti significativi da parte loro. I produttori di caffè ricevono solo una piccola parte del prezzo finale del caffè, il che porta a una significativa disuguaglianza di potere all'interno del settore e contribuisce alla povertà dei produttori.

                        • La povertà è particolarmente diffusa tra i piccoli coltivatori di caffè ed è ulteriormente alimentata dalla fluttuazione dei prezzi del caffè, dalla limitata conoscenza del mercato, dall'accesso insufficiente alle opzioni di finanziamento e dall'aumento dei costi di produzione. Molti sono costretti a indebitarsi per coprire i propri bisogni di base, cadendo così in una "trappola della povertà".
                          Alla luce di queste circostanze, nel settore viene sempre più sottolineata e promossa l'importanza di un salario di sussistenza per i produttori di caffè, che non solo copra i costi dei bisogni primari come cibo, acqua e alloggio, ma che permetta anche di sostenere le spese per l'istruzione, le cure mediche, i trasporti, l'abbigliamento e le riserve per le situazioni di emergenza.

                        • La produttività delle piante di caffè è influenzata negativamente da malattie, da infestazioni di parassiti, dall'invecchiamento o da danni ambientali. Per ottenere un miglioramento è necessario rinnovare costantemente la piantagione con piante giovani e più resistenti. La possibilità di rinnovamento è ostacolata dalle scarse risorse finanziarie dei produttori di caffè, dal loro limitato accesso ai finanziamenti e dalla carenza di manodopera, il che rafforza la bassa produttività.

                        • Il rischio di lavoro minorile nel settore del caffè spazia da moderato ad alto, a seconda del Paese di produzione. Aumenta laddove è difficile trovare manodopera o ridurre i costi a fronte dell'aumento dei salari dei lavoratori agricoli. Allo stesso tempo, i produttori di caffè soffrono di condizioni di lavoro inadeguate e di un accesso limitato alle misure sanitarie, il che può portare a malattie respiratorie e ad altri danni alla salute.

                        • Per quanto concerne l'uguaglianza di genere, le donne svolgono la maggior parte del lavoro, ma sono spesso pagate meno. Raramente i terreni sono di proprietà delle donne, il che aggrava ulteriormente le disuguaglianze esistenti nel settore. Tutte queste sfide sottolineano la necessità di rendere l'economia globale del caffè più equa e sostenibile.

                        Clima, biodiversità e acqua
                        • L'espansione storica della coltivazione del caffè e la modernizzazione delle aziende agricole hanno ancora oggi gravi conseguenze ecologiche. L'abbattimento degli alberi da ombra nel corso dell'espansione porta a una perdita di servizi ecosistemici e contribuisce alla deforestazione e alla diffusione delle monocolture, con un impatto negativo non solo sulla biodiversità, ma anche sulla stabilità e sulla resilienza degli ecosistemi interessati.

                        • L'aumento dell'uso di fertilizzanti e prodotti fitosanitari in alcune filiere del caffè per aumentare la resa e controllare le malattie può avere un impatto significativo sulla qualità del suolo e dell'acqua. L'accumulo di sostanze chimiche può alterare gli equilibri ecologici e minacciare i mezzi di sussistenza nelle aree di produzione.

                        • Inoltre la deforestazione, la conversione dei terreni e il parziale uso di fertilizzanti contribuiscono alle elevate emissioni di gas serra della coltivazione di caffè. Queste concorrono a loro volta al cambiamento climatico e aumentano l'impatto ambientale della produzione di caffè.

                        • Preoccupante è il fatto che il caffè viene spesso coltivato in Paesi che già subiscono gli effetti tangibili del cambiamento climatico. Queste regioni sono sempre più colpite da eventi meteorologici estremi, che mettono ulteriormente a rischio la produzione di caffè e incidono sui mezzi di sussistenza delle comunità locali.
                          Alla luce del cambiamento climatico, si prevede che entro il 2050 una parte significativa dei terreni utilizzati per la coltivazione del caffè non sarà più idonea. Ciò riguarda in particolare la coltivazione del caffè Arabica.
                          La crescente importanza della conservazione delle foreste e della riduzione delle emissioni nell'agenda politica globale è visibile anche nel settore del caffè e promuove l'attuazione di molte misure a livello pubblico e privato.

                        • Il nostro approccio

                          Icona per aprire o chiudere

                          Attraverso la produzione e la vendita di prodotti del caffè abbiamo una grande influenza sull'impatto della catena di fornitura del caffè. Il 95% dei prodotti del caffè venduti nei supermercati Migros sono acquistati attraverso la nostra industria propria. Abbiamo quindi una grande responsabilità nell'affrontare le sfide della catena di fornitura del caffè e nel promuovere maggiormente le opportunità di una produzione sostenibile.

                          Approvvigionamento responsabile

                          Ci impegniamo a favore della trasparenza lungo la nostra catena di fornitura e ci affidiamo a certificazioni credibili e indipendenti come Rainforest Alliance, Fairtrade Max Havelaar e Bio. Oltre il 90% del nostro caffè di marca propria Migros è certificato e puntiamo ad aumentare ulteriormente questa percentuale. Le visite regolari nei Paesi di origine dove viene prodotto il caffè, lo stretto scambio con i partner della catena di fornitura e la collaborazione con organizzazioni indipendenti ci consentono di comprendere meglio il contesto e la realtà dei produttori e di garantire in modo efficace l'attuazione degli standard di sostenibilità. Con la nostra marca propria Café Royal facciamo un ulteriore passo avanti e lavoriamo direttamente e personalmente con i coltivatori di caffè nell'ambito delle nostre "Impact Partnership". Maggiori informazioni sull'impatto sulla sostenibilità della nostra marca Café Royal.

                          Progetto per il miglioramento dei redditi nella coltivazione del caffè

                          Insieme a Delica, al nostro fornitore ECOM Agroindustrial Corp. Ltd. e alla Fondazione IDH, la Migros sta studiando possibili approcci e misure per sostenere i piccoli agricoltori nel raggiungimento di un salario di sussitenza. Maggiori informazioni sul progetto "Bridging Living Income in Colombia".

                          Protezione del clima e delle foreste

                          Nell'ambito della protezione del clima abbiamo fissato obiettivi basati su dati scientifici, che si applicano anche alle emissioni di gas serra generate nella nostra catena di fornitura. La coltivazione di caffè nei Paesi di produzione genera una percentuale rilevante delle emissioni totali di gas serra prodotte dall'agricoltura. Maggiori informazioni sui nostri obiettivi in materia di clima ed energia.

                          Per Café Royal abbiamo calcolato l'intera impronta di CO₂, dalla coltivazione del caffè al trasporto e alla produzione via via fino all'uso e allo smaltimento della capsula di caffè. Di propria iniziativa, ma anche in collaborazione con partner esterni (tra cui myclimate), elaboriamo misure per ridurre queste emissioni lungo la nostra catena di fornitura e nella nostra produzione.

                          Ci impegniamo inoltre a evitare la deforestazione e la conversione delle foreste e di altri ecosistemi intatti lungo l'intera catena del valore. Perseguiamo questo obiettivo in conformità con il Regolamento dell'Unione europea sulla deforestazione (EUDR). Maggiori informazioni sul nostro impegno per catene di fornitura esenti da deforestazione.

                          Sistemi circolari e riduzione dei rifiuti

                          Con CoffeeB abbiamo lanciato sul mercato un'innovativa capsula di caffè realizzata con materiali rinnovabili al 100%.

                          Siamo inoltre membri fondatori di Swiss Aluminium Capsule Recycling (SACR) e, insieme ad altri operatori del mercato, ci impegniamo attivamente a favore dell'aumento del tasso di raccolta e riciclaggio di capsule in alluminio e cialde in Svizzera.

                          Di più sul tema

                          Per saperne di più sul caffè sostenibile alla Migros
                          Le nostre linee guida per gli standard sociali
                          Le nostre linee guida per gli standard ambientali

                          Cacao

                          • L'essenziale sul tema

                            Icona per aprire o chiudere
                            Cacao

                            Il cacao viene ricavato dai semi dell'albero del cacao e viene utilizzato principalmente per la produzione di cioccolato. Il settore del cacao contribuisce al sostentamento di circa 50 milioni di persone in tutto il mondo. La maggior parte del cacao è prodotto da 5-6 milioni di piccoli agricoltori con piccoli appezzamenti di terreno (da 2 a 5 ettari). I principali Paesi produttori sono la Costa d'Avorio e il Ghana. Dopo il raccolto, i semi di cacao vengono fermentati, essiccati e macinati per ottenere la massa di cacao. Quest'ultima può essere suddivisa in burro di cacao e polvere di cacao. Questi tre prodotti, ovvero la massa, il burro e la polvere di cacao, sono importanti materie prime per la produzione di cioccolato.

                            Possibili impatti

                            • Condizioni di lavoro e diritti umani: l'industria del cacao deve affrontare numerose sfide che aumentano la povertà e le condizioni di vita inadeguate nei Paesi produttori. I bassi prezzi del cacao spesso non consentono ai produttori di ottenere un salario adeguato. Inoltre, i bassi rendimenti e le piccole superfici coltivate inducono i produttori a piantare costantemente il cacao su nuovi terreni.
                              Il problema del lavoro minorile è strettamente legato al basso reddito delle famiglie. A causa della mancanza di risorse finanziarie per assumere forza lavoro esterna o per pagare le rette scolastiche, molti bambini sono costretti ad aiutare nelle piantagioni di cacao, mettendo a rischio la loro salute fisica e mentale. Si stima che circa 1,6 milioni di bambini in Costa d'Avorio e in Ghana lavorino nelle piantagioni di cacao delle loro famiglie.
                              La mancanza di accesso ai servizi finanziari è un altro ostacolo. Molti agricoltori, infatti, non hanno accesso a sistemi di investimento finanziario, prestiti o microcrediti, che sono tuttavia fondamentali per investire nella produttività, nella qualità e nell'accesso al mercato.
                              L'inadeguatezza delle infrastrutture aggrava ulteriormente la situazione. Una rete stradale inadeguata rende più costoso il trasporto del raccolto e fa sì che i contadini dipendano da intermediari che si occupano del trasporto a pagamento, riducendo ulteriormente il loro reddito. Inoltre, molte famiglie non hanno accesso, o hanno un accesso limitato, all'acqua potabile pulita e ai servizi igienici.

                            • Biodiversità e acqua: in molti Paesi, la produzione di cacao è minacciata dall'invecchiamento delle popolazioni arboree, dalla cattiva gestione dei terreni, dalla diminuzione della fertilità del suolo, dai parassiti e dalle malattie.
                              Per aumentare la produzione e soddisfare la domanda, i produttori di cacao ricorrono spesso al disboscamento di ulteriori aree di foresta, con un impatto negativo sulla biodiversità e sull'ecosistema.
                              L'uso eccessivo di pesticidi e fertilizzanti chimici nella coltivazione del cacao compromette la qualità dell'acqua, contamina i terreni e danneggia la biodiversità.

                            • Clima ed energia: il cacao viene spesso coltivato in regioni che risentono fortemente degli effetti del cambiamento climatico e che sono caratterizzate da eventi meteorologici estremi.
                              Se vengono disboscate le foreste pluviali per la coltivazione del cacao, quest'ultimo diventa anche un fattore di cambiamento climatico. Viceversa, convertendo le monocolture di cacao esistenti in sistemi agroforestali ricchi di specie, è possibile immagazzinare l'anidride carbonica e quindi contribuire alla protezione del clima.

                            • Il nostro approccio

                              Icona per aprire o chiudere

                              Per affrontare l'impatto della coltivazione del cacao sull'essere umano e sull'ambiente, abbiamo definito chiari requisiti minimi in materia di sostenibilità nella nostra strategia per le materie prime relativa al cacao. Ci affidiamo soprattutto a certificazioni indipendenti. Il cacao e tutti i componenti del cacao utilizzati nella fabbricazione del cioccolato e di altri prodotti della marca Frey sono già oggi certificati secondo almeno uno degli standard Rainforest Alliance, Bio Suisse o Fairtrade Max Havelaar. Ci siamo inoltre impegnati a evitare la deforestazione e la conversione delle foreste e di altri ecosistemi intatti lungo l'intera catena del valore. Inoltre, siamo attivi in reti come la Piattaforma svizzera per il cacao sostenibile.

                              Protezione del clima

                              Nell'ambito della protezione del clima abbiamo fissato obiettivi basati su dati scientifici, che si applicano anche alle emissioni di gas serra generate nella nostra catena di fornitura. La coltivazione di cacao nei Paesi di produzione genera una percentuale rilevante delle emissioni totali di gas serra prodotte dall'agricoltura. Maggiori informazioni sui nostri obiettivi in materia di clima ed energia.

                              Cooperativa Necaayo

                              Dal 2012 portiamo avanti una partnership con la cooperativa Necaayo, da cui proviene circa il 20% delle fave di cacao lavorate da Migros Industrie. In collaborazione con Necaayo abbiamo realizzato diversi progetti per migliorare le infrastrutture e le condizioni di vita dei membri della cooperativa. Il premio Rainforest Alliance, che per metà viene versato direttamente ai coltivatori di cacao e per l'altra metà viene utilizzato per rafforzare la cooperativa e per progetti sociali, ha già permesso la costruzione di pompe dell'acqua, edifici scolastici e un ambulatorio.

                              Con il lancio della linea di cioccolato CÔTE D'IVOIRE, un supplemento di 50 centesimi per ogni tavoletta venduta viene destinato a progetti sociali. Nell'autunno del 2023, questi fondi sono stati utilizzati per l'acquisto di materiale scolastico per 1000 alunni. La costruzione di scuole e la fornitura di materiale agli alunni sostengono efficacemente l'accesso all'istruzione per i bambini della cooperativa Necaayo.

                              Per il nostro cioccolato CÔTE D'IVOIRE, che contiene solo fave di cacao provenienti dalla cooperativa Necaayo, abbiamo dato un prezzo a tutte le emissioni per l'intero ciclo di vita. Utilizziamo questa tassa d'incentivazione interna per finanziare progetti di protezione del clima lungo le nostre catene di fornitura, come l'introduzione del sistema agroforestale dinamico nella nostra cooperativa partner Necaayo, in Costa d'Avorio.

                              Di più sul tema

                              Per saperne di più sul cacao sostenibile della Migros

                              Semi e noci

                              • L'essenziale sul tema

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                                Gherigli e noci

                                Circa il 60% delle nocciole sgusciate commercializzate sul mercato mondiale proviene dalla Turchia ed è prodotto da un gran numero di piccoli agricoltori (per lo più in monocolture) e spesso raccolto da lavoratori migranti.

                                Circa l'80% delle mandorle prodotte nel mondo proviene dalla California (USA), dove la maggior parte delle aziende agricole è a conduzione familiare. La coltivazione di mandorle avviene in grandi monocolture ed è altamente tecnologizzata e professionalizzata.

                                I semi e le noci sono una parte importante di un'alimentazione equilibrata e una buona fonte di grassi sani, proteine, vitamine e sali minerali. Inoltre, la produzione di frutta a guscio crea molti posti di lavoro in tutto il mondo. D'altra parte, la coltivazione e la lavorazione di semi e noci possono avere un impatto negativo sull'essere umano e sull'ambiente. Spesso le catene di fornitura non trasparenti rendono difficile la risoluzione dei problemi, in quanto si estendono a molti Paesi e attori. Le sfide più importanti sono le seguenti.

                                Possibili impatti

                                • Biodiversità, clima e acqua: le pratiche agricole, come l'uso di fertilizzanti e prodotti fitosanitari, pongono sfide ambientali. La fabbricazione di questi prodotti richiede infatti molta energia e risorse non rinnovabili, il che contribuisce al cambiamento climatico. L'applicazione di fertilizzanti sui campi può portare al dilavamento indesiderato dei nutrienti e all'inquinamento delle acque sotterranee.
                                  Le monocolture hanno impatti negativi sul suolo, sulla biodiversità e sul clima. Destabilizzano gli ecosistemi, rendendoli più vulnerabili alle perturbazioni e riducendo la loro capacità di adattamento. Le monocolture richiedono un uso maggiore di fertilizzanti e pesticidi, il che riduce la fertilità del suolo e può avere impatti ambientali negativi. Forniscono inoltre uno scarso habitat per piante e animali, favorendo la perdita di biodiversità.
                                  Nella coltivazione di mandorle in California, in particolare, l'impollinazione industriale per mezzo di api minaccia la salute di queste ultime e comporta rischi per gli ecosistemi. L'uso dell'acqua in agricoltura può degradare gli ecosistemi e portare a una riduzione delle risorse di acqua dolce. Questi aspetti evidenziano la necessità di pratiche più sostenibili e di un uso attento delle risorse naturali in agricoltura.

                                • Spreco alimentare: malattie, tempi di raccolta sfavorevoli o manipolazioni improprie contribuiscono allo spreco di cibo nei campi. Ciò porta a sua volta all'inefficienza nella produzione, nell'uso e nel commercio degli alimenti.

                                • Condizioni di lavoro e diritti umani: le condizioni di lavoro nelle piantagioni e nelle fabbriche di semi e noci sono talvolta molto difficili: salari bassi, protezione inadeguata della salute e della sicurezza sul posto di lavoro, lavoro minorile e forzato e discriminazione sociale sono alcune delle sfide.

                                • Il nostro approccio

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                                  Nel caso di semi e noci, l'attenzione è rivolta all'ampliamento dell'assortimento di prodotti certificati (Rainforest Alliance, Fairtrade Max Havelaar o Bio). Esistono requisiti concreti per l'approvvigionamento nei vari settori dell'assortimento. Ad esempio, tutte le nocciole turche destinate al settore degli ingredienti per prodotti da forno devono essere certificate con il marchio Rainforest Alliance.

                                  Inoltre promuoviamo la trasparenza delle nostre catene di fornitura procurandoci le materie prime, ove possibile, attraverso rapporti diretti nei Paesi di origine e selezionando attentamente i nostri fornitori in base a criteri di sostenibilità.

                                  Di più sul tema

                                  Standard sociali
                                  Standard ambientali

                                  Olio di palma

                                  • L'essenziale sul tema

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                                    Olio di palma

                                    L'olio di palma è l'olio vegetale più importante al mondo. Si ottiene dalla polpa del frutto della palma da olio, che viene trasformata in olio di palma, e dai semi, che vengono trasformati in olio di semi di palma, detto anche olio di palmisto (un frutto contiene circa il 90% di olio di palma e il 10% di olio di palmisto). Le palme da olio crescono intorno all'equatore in Asia, Africa e America Latina, anche se circa l'85% dell'olio di palma mondiale proviene dall'Indonesia e dalla Malesia. L'Europa è responsabile di circa il 10% del consumo di olio di palma, la Svizzera dello 0,03%, tuttavia le importazioni e il consumo sono in calo da dieci anni e il 99% è già certificato RSPO o Bio. Circa il 30% delle importazioni svizzere di olio di palma proviene dalla Malesia e dalle Isole Salomone, mentre altri importanti Paesi di provenienza sono la Costa d'Avorio e la Colombia.

                                    Mentre le importazioni in Svizzera sono in calo, la produzione e il consumo globali di olio di palma sono in forte aumento: la domanda globale di olio di palma è quasi quadruplicata negli ultimi 20 anni, rendendolo l'olio più prodotto al mondo, seguito dal quello di soia, di colza e di girasole.

                                    Gli effetti del forte aumento della domanda di olio di palma sull'economia, sull'ambiente e sull'essere umano sono molteplici.

                                    Possibili impatti

                                    • Sviluppo rurale: in molti Paesi tropicali, la produzione di olio di palma ha favorito lo sviluppo rurale e rappresenta un'importante fonte di reddito per oltre 7 milioni di persone. Sebbene le aree coltivate dai piccoli agricoltori siano ridotte rispetto alle piantagioni industriali, solo in Malesia e Indonesia la produzione su piccola scala rappresenta circa il 40% della superficie totale coltivata a olio di palma.

                                    • Resa: con 3,3 tonnellate di olio per ettaro, l'olio di palma è cinque volte più produttivo della colza, del cocco o del girasole. Per sostituire l'olio di palma, si dovrebbero piantare aree significativamente più grandi con altri semi oleiferi: il problema verrebbe quindi semplicemente spostato.

                                    • Biodiversità e clima: non solo in Indonesia e Malesia, ma anche in altre regioni tropicali come la Papua Nuova Guinea, la Colombia, la Nigeria e l'Africa occidentale, le preziose foreste vengono spesso disboscate per far posto alle piantagioni di olio di palma. Numerose specie animali e vegetali perdono così il loro habitat naturale. Inoltre, l'agricoltura "taglia e brucia" e il prosciugamento delle foreste di torba causa il rilascio di grandi quantità di gas serra e conflitti per l'uso del territorio.
                                      L'uso di prodotti fitosanitari nelle piantagioni di palma da olio pone sfide in termini ecologici e sanitari, tra cui impatti ambientali come l'inquinamento del suolo e delle acque, rischi per la salute dei lavoratori e delle comunità, riduzione della biodiversità, sviluppo di resistenza nei parassiti e danni a lungo termine al suolo.

                                    • Condizioni di lavoro e diritti umani: la produzione di olio di palma può essere associata a sfide sociali significative. I lavoratori delle piantagioni di olio di palma spesso percepiscono salari inadeguati che non consentono loro di soddisfare le esigenze di base.
                                      Molte piantagioni trascurano misure di sicurezza adeguate e standard di protezione della salute e della sicurezza sul posto di lavoro, il che può portare a problemi di salute e incidenti.
                                      ​In alcuni casi, i bambini sono costretti a lavorare nelle piantagioni, cosa che non solo viola gli standard internazionali, ma compromette anche l'istruzione e lo sviluppo di questi bambini. Anche il lavoro forzato è un problema serio e viola i diritti umani fondamentali.
                                      I lavoratori possono avere limitate opportunità di organizzarsi in sindacati e difendere i propri diritti, indebolendo ulteriormente il loro potere contrattuale.
                                      Le pratiche di alcune piantagioni possono portare a danni ambientali, che non solo influiscono sul sostentamento delle comunità, ma possono anche portare a conflitti tra le aziende e la popolazione locale.

                                    • Il nostro approccio

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                                      "Olio di palma sostenibile" significa che i criteri ambientali e sociali sono presi in considerazione sia nella coltivazione delle palme da olio che nella loro lavorazione. Ciò include condizioni di lavoro eque e la protezione dei diritti di utilizzo della terra. Significa anche preservare dall'espansione delle piantagioni le zone degne di protezione, come le aree intatte della foresta pluviale e le torbiere.

                                      Tutte le aziende del Gruppo Migros sono tenute a garantire che la totalità dell'olio di palma e dell'olio di palmisto utilizzati nei nostri prodotti soddisfino i criteri del Roundtable on Sustainable Palm Oil (RSPO). Questo punto fa parte dei requisiti del Gruppo Migros ed è parte integrante dei nostri processi di controllo strategico.

                                      • Requisiti più severi nel commercio al dettaglio delle cooperative: siamo ancora più severi nel commercio al dettaglio delle cooperative, dove garantiamo che il nostro olio di palma provenga da fonti sostenibili utilizzando solo olio di palma certificato RSPO proveniente da catene di fornitura separate. Ciò significa che la sua origine può essere tracciata.
                                        Nel 2004 la Migros e altri partner (tra cui il WWF) hanno fondato il Roundtable on Sustainable Palm Oil (RSPO), oggi il più importante standard di certificazione per l'olio di palma. Sono state sviluppate regole, procedure e criteri per la coltivazione sostenibile di palme da olio al fine di prevenire il disboscamento della foresta pluviale o le violazioni dei diritti umani e per rafforzare l'ecologia della coltivazione. Nel novembre 2018, i requisiti per la certificazione RSPO sono stati inaspriti.
                                        Inoltre, la Migros è un membro fondatore della Rete svizzera per l'olio di palma. Tutti gli attori coinvolti nella rete lavorano da anni per migliorare gli aspetti ambientali e sociali della catena del valore dell'olio di palma. Oltre alla certificazione, si sviluppano strategie e obiettivi per rendere la produzione di olio di palma più sostenibile, tra cui, ad esempio, un maggiore controllo dell'uso di prodotti fitosanitari in loco e la preparazione di bilanci di gas serra per le piantagioni.

                                      • Progetto nel Paese d'origine: la maggior parte dell'olio di palma lavorato da Migros Industrie proviene dalle Isole Salomone. In collaborazione con l'importatore, ci impegniamo in loco per una produzione di olio di palma ecologica e rispettosa del clima e per rafforzare le comunità locali. Maggiori informazioni sul progetto in collaborazione con il nostro partner Earthworm Foundation.

                                      Di più sul tema

                                      I nostri standard sociali
                                      RSPO
                                      Rete svizzera per l'olio di palma e schede informative
                                      RPOG

                                      Riso

                                      • L'essenziale sul tema

                                        Icona per aprire o chiudere
                                        Riso

                                        Il riso è l'alimento base per circa due terzi della popolazione mondiale. Il 90% del riso prodotto a livello mondiale è coltivato in monocolture in Asia, di cui circa la metà in Cina. Il riso è ricco di carboidrati ed è un'importante fonte di energia. La coltivazione di riso crea posti di lavoro per milioni di persone, soprattutto nelle aree rurali dei Paesi in via di sviluppo. Il riso ha un importante significato culturale in molte culture e svolge un ruolo centrale nei rituali, nelle feste e nella cucina tradizionale. Allo stesso tempo, la produzione di riso è associata a diverse sfide per l'essere umano e l'ambiente.

                                        Possibili effetti

                                        • Biodiversità, clima e acqua: la coltivazione di riso richiede superfici notevoli, il che può portare alla deforestazione o alla conversione di ecosistemi naturali. La coltivazione di riso è dominata dalla monocoltura, che può avere un impatto negativo sul suolo, sulla biodiversità e sul clima. Il suolo perde nutrienti e fertilità perché deve nutrire sempre la stessa pianta. Di conseguenza, sono necessari più fertilizzanti artificiali per rimanere produttivi. Le monocolture sono anche più sensibili ai parassiti e alle malattie e richiedono quindi una maggiore quantità di pesticidi, che possono essere dannosi per l'ambiente e la salute. Le monocolture offrono inoltre una minore protezione del suolo dall'erosione e dall'inquinamento delle acque (sotterranee): il suolo può essere eroso più facilmente e lo spargimento di fertilizzanti e pesticidi può inquinare le acque sotterranee.
                                          La produzione di fertilizzanti e prodotti fitosanitari richiede molta energia e l'uso di materie prime non rinnovabili, oltre a mettere potenzialmente in pericolo la salute degli agricoltori e di chi vive vicino ai campi.
                                          La risicoltura con sistema inondato, in cui i campi vengono allagati, consuma una grande quantità d'acqua: per coltivare un chilogrammo di riso sono necessari fino a 5000 litri d'acqua. I microrganismi presenti nel suolo delle risaie allagate sono responsabili di una parte considerevole delle emissioni globali di metano.

                                        • Condizioni di lavoro e diritti umani: in alcuni casi, i rapporti di lavoro nel settore della coltivazione del riso possono essere problematici, con salari bassi, condizioni di lavoro non sicure e mancanza di diritti per i lavoratori.

                                        • Il nostro approccio

                                          Icona per aprire o chiudere

                                          Nel commercio al dettaglio delle cooperative riduciamo al minimo l'impatto negativo della coltivazione di riso attraverso la nostra politica di approvvigionamento, la selezione delle materie prime e la composizione del nostro assortimento.

                                          L'obiettivo principale della nostra strategia è quello di espandere l'offerta di prodotti certificati (Fairtrade Max Havelaar, Bio). Inoltre promuoviamo la trasparenza nelle catene di fornitura procurandoci il riso attraverso relazioni dirette nei Paesi di origine, quando possibile, e selezionando attentamente i nostri fornitori in base a criteri di sostenibilità.

                                          • Coltivazione di riso rispettosa del clima in Thailandia: per contrastare l'impatto negativo del riso sull'essere umano e sull'ambiente, promuoviamo ad esempio un metodo innovativo chiamato intensificazione del riso (SRI) nella provincia di Sakon Nakhon, nella Thailandia orientale. Il progetto di coltivazione del riso rispettosa del clima è sostenuto dal Fondo per il clima della Migros e attuato dalla fondazione myclimate.

                                          • Riso ticinese: a livello regionale offriamo anche riso di provenienza ticinese, che viene coltivato a secco con irrigazione. Questo metodo di coltivazione emette una quantità di metano significativamente inferiore rispetto alla normale risicoltura con sistema inondato. Gli svantaggi sono l'offerta limitata e i costi più elevati rispetto al riso convenzionale.

                                          Di più sul tema

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